Non esonerare Corini è masochismo: la società sia conscia del rischio preso

Non esonerare Corini è masochismo: la società sia conscia del rischio preso

Si è deciso, salvo ribaltoni, di andare avanti con Eugenio Corini. Lo ha deciso la società, il tecnico non si è dimesso poiché sicuro di poter raddrizzare la barca. Tant'è, sono scelte e come tali vanno accettate - seppur non comprese - in quanto indipendenti dalla volontà di ognuno. Eppure ogni fattore sembra lasciar pendere verso un cambio: dai risultati delle ultime 5 partite alle prestazioni, dalla involuzione tecnica di praticamente tutti i calciatori in organico ad un affiatamento che - con il gol di Coulibaly col Brescia che ne è stato esempio palese - sembra da ritrovare.

Lo scollamento della piazza rispetto al tecnico è ormai palese, evidente e reso indiscutibile dai cori contro l'ex capitano rosanero alla fine della sfida col Cittadella. Una scena mortificante, seppur non al livello dello scempio sportivo visto in campo con zero tiri in porta in 90 minuti.

Intanto, a Como si cambia anche con le vittorie: lo si fa poiché in cerca del bel gioco, una cosa che qui a Palermo mai si è vista e difficilmente si vedrà sotto l'attuale egemonia tecnica. Il che andava anche bene, fin quando i risultati assistevano Corini. Ma adesso?