Non è una partita come le altre
Non è una partita come le altre. È il Sud che si sfida, una vetrina che profuma di mare, di storia, di buon cibo, di tradizione. E di Serie A. È un ricordo di grandi campioni e di tifoserie roventi. Di numeri 10 irripetibili, di Luca Toni che fa 30, di De Stefanis, tripletta ed autogol.
Palermo-Bari si ripete, arriva puntuale quando la pagina bianca è pronta per l'inchiostro indelebile. Fu 1-1 quando Stellone correva verso la promozione negata; e lo stesso risultato si consumò, con la maglia dei 120 anni indosso, quando il giovanissimo Lucca decise di piazzare un bolide dai 30 metri.
Non è una partita come le altre e non lo sarà nemmeno domani sera. Perché seppur nel mezzo del campionato, quando troppi punti ancora sono nel sacco, pronti per essere pescati, per entrambe le squadre sarà necessario fare bottino pieno. Per i galletti, che stanno vivendo l'incubo dopo il sogno sfiorato; per il loro allenatore, quel Pasquale Marino, rosanero per un secondo, che al Barbera si gioca la panchina; e per il Palermo, che una volta per tutte vuole plasmare l'immagine riflessa allo specchio: che si diventi grandi. E cioè costanti, vincenti, maturi, padroni a casa propria.