Nestorovski maschera il problema. Ma il Palermo fatica in attacco
Nessuna rete, sinora, se si eccettuano quelle realizzate del macedone. Un dato preoccupante. La salvezza richiede gol.
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Il problema c’è e si presenta in maniera evidente: si chiama gol. Che continua a rappresentare un ostacolo insormontabile per il Palermo. D’accordo, Nestorovski va a segno con sorprendente regolarità, ma tolto il macedone nessuno dei rosanero è riuscito sin qui a cacciare il pallone oltre la linea di porta avversaria, al netto della rete attribuita a Rispoli a San Siro contro l’Inter ma da considerare a tutti gli effetti un’autorete di Santon. Dato piuttosto allarmante ed evidente. Innegabile, verrebbe da aggiungere.
Il che rappresenta un vero e proprio peccato originale, in quanto figlio di una campagna di rafforzamento votata eccessivamente alle esigenze di una continua e snervante spending review, per una squadra adesso capace di proporsi in modo credibile e, allo stesso tempo, costruttivo sulla trequarti e da lì in avanti spesso in balia delle difficoltà nella gestione della manovra offensiva. E non certo per responsabilità attribuibili a De Zerbi, al contrario capace di mascherare le difficoltà apparse palesi sotto la gestione Ballardini.
A un Diamanti in costante crescita qualcosa in più, in tal senso, si potrebbe anche chiedere ma a patto di non consegnare ad Alino oneri da bomber che per ruolo e funzione non possono appartenergli. In attesa del ritorno di Trajkovski e di un collocazione nelle gerarchie del tecnico bresciano dei tanti giovani dalle belle speranze, Balogh in primis, bisogna stringere i denti per arrivare a gennaio con i conti in linea con la esigenze della tabella salvezza. Un obiettivo nell’obiettivo che, al netto del bel gioco, richiede gol e punti.