Cinico e fortunato: Palermo, doppio fattore C

Cinico e fortunato: Palermo, doppio fattore C

Certo, è lunedì. Ma fuori è bello, non fa più caldo e, soprattutto, il Palermo ha vinto. Il miglior modo per iniziare la settimana.
Non ha convinto, è vero. Ma i campionati passano anche, a volte innanzitutto, da partite come quella del “Romeo Menti”: difficili, sporche, episodiche.

Cinismo e fortuna. Ingredienti principali del piatto tutt'altro che stellato ma buono, gustoso, che i rosanero hanno cucinato a fiamma alta a Castellammare di Stabia.
In primo luogo perché alla luce delle caratteristiche, dei risultati, delle prestazioni raccolte fin qui dall'una e dall'altra squadra, quella di sabato non era la partita migliore per mettere a frutto il lavoro svolto da Dionisi.
Si è affrontata una squadra arcigna, intensa, che prima di affrontare i rosa non aveva ancora perso e aveva subito appena un gol (a tempo scaduto e a risultato già acquisito).

Allora, il doppio fattore C.
Cinico e fortunato. Il Palermo, che sta crescendo, aveva bisogno di una vittoria così. Perché da un lato, come una carezza, arrivano punti che danno ossigeno, morale, convinzione; dall'altro, una sberla rumorosa: la rinnovata consapevolezza che c'è più di qualcosa che non funziona quando la palla oltrepassa la linea di centrocampo in direzione Desplanches.
Come un ballando senza le stelle, le corsie esterne del Palermo troppo spesso si esibiscono in una danza scoordinata e scomposta, vanno in sofferenza sui cambi di gioco e, in questa fase, rappresentano l'anello debole di una catena che lentamente sta provando a saldarsi.

Lacune parzialmente colmate da una scoperta che non ha tardato a manifestarsi: questa squadra ha grande qualità.
Il gol del 2-0, tre minuti dopo la traversa colpita da Mosti, ne è puntuale manifesto: Henry giganteggia facendo a sportellate sulla prima uscita, Ranocchia cuce, Di Francesco ubriaca e ancora Henry capitalizza. Nel momento più difficile, il coniglio esce dal cilindro.

Insomma, luci e ombre, sofferenza e reazione, clamorose ingenuità (Adorante... la mancata marcatura) e pregevoli costruzioni.
È un Palermo rosa e nero che cerca la sintesi per sbocciare, tenere fermo il primo fattore C e abbandonare il secondo come necessità.