Il Palermo sa come si fa

Il Palermo sa come si fa

di Andrea Bosco

Molti di voi probabilmente avranno assistito al trionfo di mercoledì dell'Atalanta, che in una serata storica ha annichilito i campioni di Germania del Bayer Leverkusen con un sonoro 3-0, senza appello e senza discussioni. Un successo conquistato in una maniera probabilmente impensabile alla vigilia visto il livello dell'avversario, ma che guardando la partita non poteva che essere inevitabile risultato di una prestazione aggressiva, intensa e tatticamente impeccabile, dal primo minuto di gioco al triplice fischio.

Questo per dire che spesso il valore della squadra avversaria, le condizioni avverse, i pronostici che ti danno per sfavorito, se non addirittura spacciato, possono anche essere fattori gestibili e rimodulabili. E il Palermo che questa sera affronterà il Venezia nella Semifinale di Ritorno Playoff, ha la possibilità di correggere le pagine di un destino che sembra volerlo in serie B almeno per un'altra stagione. Per riuscirci, prendere spunto da quanto mostrato dalla Dea di Gasperini potrebbe essere di ispirazione; certo, i giocatori del Palermo non si avvicinano nemmeno alla qualità di quelli atalantini, ma di contro il Venezia non è il Bayer Leverkusen che era imbattuto da oltre 50 partite.

Il Palermo dalla sua, in mezzo a tante incertezze, ha innanzitutto un incoraggiante dato relativo ai gol segnati in trasferta: tolta la Sampdoria, è sempre riuscito a violare la porta delle squadre qualificate ai Playoff, e in più di un'occasione è riuscito a infilare 2 reti o più. I rosanero raramente hanno arretrato nelle sfide ostiche lontano dal Barbera e contro Parma, Cremonese, Como, Brescia e appunto Venezia hanno sempre avuto un approccio iniziale propositivo, cogliendo di sorpresa le avversarie e, aspetto essenziale, riuscendo a segnare nei primi 20 minuti di gioco. Per quanto insidiosa come sfida, il Palermo ha già dimostrato di sapere come interpretare al meglio quantomeno l'inizio di partite come quella di stasera, e sarà essenziale aggredire l'incontro fin dalle primissime battute, con la consapevolezza di avere poche motivazioni per essere attendisti.

La miglior difesa è l'attacco, e l'Atalanta di mercoledì ne è stato un esempio eloquente: pur mantenendo attenzione massima in fase di contenimento, la pressione costante fin dalla fase di impostazione avversaria ha disorientato una squadra sicura dei propri mezzi tecnici come il Bayer di Xabi Alonso, che ha commesso un gran numero di errori e sbavature in fase di disimpegno e appoggio. Una strategia se vogliamo familiare al Palermo di Baldini, che soprattutto nelle gare d'andata dei Playoff (tutte in trasferta) impediva agli avversari di ragionare con uno stile di gioco quasi a onda, con la squadra che organicamente oscillava avanti e indietro senza disunirsi e mantenendo quella compattezza e densità che permettono di avere sempre il controllo della situazione. La missione è veramente impegnativa, e nessuno biasimerà la squadra di Mignani se non dovesse riuscire a compierla. Gli strumenti e soprattutto le evidenze concrete di come si possa compierla non sono poi così distanti o sbiadite