Il fuorigioco invisibile di Soleri. Il VAR ha deciso le sorti di Palermo-Venezia
Il Palermo ha ieri giocato contro il Venezia una gara largamente insufficiente, ha meritato più volte di subire la rete dei veneti e divorato alcune palle-gol con Matteo Brunori, ma non si può certo non evidenziare che la partita è stata condizionata da alcuni episodi arbitrali molto discutibili. Riprendiamoli e commentiamoli.
Al minuto 48, Brunori è lanciato da solo contro il portiere Joronen. Tenta un dribbling difficile, Joronen prende prima la palla ma poi con il braccio lo trascina a terra. L'arbitro Manganiello decide di assegnare calcio di rigore e di dare ammonizione al portiere. Il VAR Rapuano lo richiama e cancella di fatto la sua decisione. In queste situazioni, il VAR può intervenire soltanto in caso di "errore chiaro ed evidente", che nella circostanza non sembra esserci affatto.
Il vero episodio è però all'82'. Valente rimette un pallone al centro, Nedelcearu colpisce di testa e sulla ribattuta Bettella segna. Sembra tutto regolare ma l'arbitro non fa riprendere il gioco e si legge dal suo labiale: "Possibile fuorigioco". Viene chiamato all'On Field Review dal VAR, che ravvede una posizione sospetta di Soleri, che non tocca il pallone ed è in millimetrica posizione di fuorigioco. Per essere considerato in posizione attiva, Soleri deve avere interferito con il gioco.
Tuttavia, l'attaccante non interferisce se non in modo quasi impercettibile e il Regolamento non lascia spazio a dubbi in tal senso: per essere considerata posizione attiva di fuorigioco, il calciatore deve fare "un’evidente azione che chiaramente impatta sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone" oppure "impedire al difensore di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la linea di visione". Si parla di "evidente azione" e si fa più spesso uso dell'avverbio "chiaramente" a indicare che l'ostruzione deve essere palese e nella circostanza non lo è affatto.
A stupire maggiormente è che l'episodio è nello stesso giorno di Reggina-Benevento, nella cui fattispecie i campani pareggiano con un tiro di Acampora sulla cui traiettoria Capellini ostruiva la visuale del portiere reggino. Ma il gol viene convalidato.
Alla fine dei conti, il VAR è intervenuto due volte in modo improprio stravolgendo le sorti di una partita. Pur con tutti i demeriti, il Palermo avrebbe dovuto giocarsi gli ultimi 10 minuti di partita sul risultato di 1-1. E poi si sa, il calcio a volte è molto strano, un po' come queste decisioni qui.