Fontana: grazie di cuore ai tifosi rosanero

L'ex portiere ha indossato la maglia rosanero dal 2006 al 2009

Fontana: grazie di cuore ai tifosi rosanero

Il “Nonno volante” Alberto Jimmy Fontana, a lungo corteggiato dal DS Rino Foschi, arrivò a Palermo nell’estate del 2006 come secondo di Agliardi. Complice un infortunio del collega diventò titolare inamovibile nell’ottobre dello stesso anno.

Nella stagione 2008/2009 il Palermo gli preferì tra i pali Marco Amelia;  Fontana non nascose mai  la voglia di riprendersi, con le prestazioni, il posto da titolare. L’ovazione che il pubblico del Barbera gli tributò al suo ingresso durante la gara  Palermo - Fiorentina scatenò parecchio malumore in seno alla Società.

Titolare nelle successive quattro partite, con il ritorno di Amelia fu messo ai margini della squadra e  mandato in tribuna, il suo posto in panchina venne preso dal giovane  portiere Ujkani. Il “caso Fontana” fece scalpore, tanto che il portiere allertò il sindacato dei calciatori, poiché, pur allenandosi regolarmente e con grande professionalità, non gli fu più consentito di partecipare alle partitelle settimanali con i compagni. A porre fine alla vicenda fu il Presidente Zamparini il 4 marzo del 2009 quando dichiarò Fontana già fuori rosa, il giocatore che non era partito con i compagni per il ritiro a Coverciano rimanendo ad allenarsi da solo al Tenente Onorato.

 

«Non ci devo pensare molto, la mia partita del cuore è Palermo-Fiorentina (26 ottobre 2008) - ricorda Jimmy Fontana -  quando entrai a partita in corso, il mio ultimo anno a Palermo. Che ci fosse stima nei miei confronti l'avevo percepito, ma un gesto di affetto, così grande, da parte dello stadio mi colpì molto. Ho sempre detto che io ho avuto la fortuna di essere un giocatore che non si emozionava in campo, la partita per me non è mai stata un grosso problema, ma quella volta lì fu difficile perché potevo aspettarmi un gesto di simpatia, ma un tributo così grande no ed ho avuto difficoltà a finire la gara. Poi ci fu tutto un anno davanti, ma per motivi di mercato, non potevo più giocare e quindi non ho mai avuto modo di salutare i tifosi dal campo.

Però ho sempre detto che Palermo è la città dove ho vissuto meglio nel quotidiano, nei suoi pregi e difetti l’ho vissuta tutta. Un grazie di cuore ai tifosi, perché quando si smette di giocare, certi ricordi rimangono impressi.

Fin da bambino mi hanno allenato a non emozionarmi, mi hanno insegnato che la partita è un momento speciale e come si deve gestire. Però entrare in campo e veder tutto uno stadio che si alza in piedi e ti applaude, in una partita che tra l’altro stavamo perdendo, è stata una cosa che mi ha colpito in maniera forte, anche perché non sapevo che avrei giocato, non avevo nemmeno fatto il riscaldamento, Amelia non era al 100% ed il Mister decise nel secondo tempo di cambiarlo.

 

Mi auguro di cuore che questo momento difficile che i tifosi rosanero stanno vivendo possa  risolversi al più presto, Palermo è una città importante, sono 15 anni che è nel calcio ad altissimi livelli. Una retrocessione ci può stare e non sarebbe un dramma se poi si riesce a risalire subito. Spero anche che si riesca a ricucire questo rapporto, perché nel calcio d’oggi con troppe incognite si fa fatica ad andare avanti.»