Articolo di Peppe Musso
Il ritorno di Eugenio Corini s/
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/la panchina rosanero consegna al Palermo un tecnico ben diverso dal quasi esordiente che si era gettato nelle torbide acque della stagione 2016-17.
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Da quel momento in poi, l'ex capitano rosanero di strada ne ha fatta eccome. Dopo metà anno di transizione a Novara, Corini è stato chiamato dal Brescia di Cellino, e con una cavalcata trionfale a suon di gol e buon gioco ha riportato le rondinelle in serie A (proprio a scapito del Palermo, nella stagione 19-20). Successivamente il v/
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/canico presidente del Brescia non gli ha permesso di completare l'opera nella massima serie, esonerandolo e richiamandolo a più riprese.
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Nella stagione successiva Corini ha sfiorato ancora la serie A, questa volta con il Lecce. Dopo un girone d'andata in chiaroscuro i salentini sono riusciti a vincere 6 gare consecutive, riagganciando la zona promozione salvo poi crollare fisicamente s/
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/ finale, e uscire ai playoff per mano del Venezia. L'anno scorso, invece, ancora una parentesi al Brescia: chiamato a metà anno per sostituire Inzaghi ha assestato i biancoazzurri al quinto posto, ha superato un turno di playoff ma poi si è visto sbarrare la strada dal fortissimo Monza di Berlusconi.
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Il ritorno di Corini a Palermo coincide anche col ritorno del centrocampo a tre: il tecnico bresciano infatti predilige il 4-3-1-2, ma anche la soluzione del doppio trequartista non è disdegnata. A questo punto bisognerà capire se sarà la squadra ad adattarsi alle caratteristiche del suo mister o viceversa: si dovrà trovare la giusta collocazione per gente come Valente o Elia, e inoltre si dovrà senza dubbio rinforzare un centrocampo già deficitario che probabilmente perderà anche De Rose e Luperini.
Il lavoro da fare, come si evince, è tanto, ma le carte in regola per fare bene ci sono tutte: date a Eugenio Corini una squadra solida, perchè lui è già una garanzia per la serie B.