«Sogno il Palermo, pronto a rifiutare ogni altra proposta»
Il Palermo in Serie D ha colpito tutto il mondo del calcio, soprattutto i tanti ex che hanno costruito la storia recente del club rosanero. Fra quelli che hanno avuto l'opportunità di vivere i momenti più esaltanti del club di viale del Fante, seppur con una sola presenza in prima squadra, vi è anche il palermitano Mauro Bollino, 11 presenze nella scorsa stagione con il Bari vittima dello stesso atroce destino dei rosa e promosso in Serie C. L'ex giocatore rosanero, intervistato dal Giornale di Sicilia, ha parlato di quanto accaduto al Palermo e sogna di poter tornare a rivestire la maglia della sua città:
«Il Palermo in Serie D è veramente una tragedia sportiva. Da palermitano fa male, ma anche da appassionato di calcio in generale, perché eravamo abituati a vedere quei colori in piazze ben più prestigiose. Sono però sicuro che la squadra tornerà dove merita di stare».
SERIE D
«Anche loro (il Bari, ndr) erano reduci da un fallimento e in certi casi dover ripartire dal basso non è necessariamente un male. Oggi infatti il Bari è in Serie C e sappiamo tutti che squadra sta facendo per affrontare questo campionato. Allo stesso modo, chi viene a Palermo sa bene dove si trova e quale sia l’obiettivo di tutti, ovvero riportare questa piazza in alto».
RITORNO IN ROSA
«Sarebbe un onore per me, qualora dovesse arrivare una chiamata da parte della nuova società. Rifiuterei tutte le proposte che sto ricevendo in questi giorni, anche perché sto tentennando proprio in attesa di un’opportunità di questo tipo. Stare così tanti anni fuori senza mai poter tornare, per me, è difficile. Anche perché indossare la maglia del Palermo al Barbera rimane un mio sogno. Poi, lo dico senza presunzione, da palermitano sarei pronto a difenderla come nessun altro».
PASSATO
«Quello era un Palermo stellare, c’erano Miccoli, Ilicic, Balzaretti, Migliaccio e chi più ne ha più ne metta. Non è detto però che non si possa tornare a quei livelli, o addirittura fare meglio. Dipende dalla nuova proprietà e dai giocatori che arriveranno, che devono capire cosa significhi giocare per il Palermo».