Altro big match, altro divieto: in Italia si uccide la passione

Altro big match, altro divieto: in Italia si uccide la passione

Dopo Bari, si replica con la Reggina. L’osservatorio per le manifestazioni sportive dopo i soliti rinvii arriva a venerdì e decreta che per i tifosi amaranto non è possibile raggiungere il Barbera (una delle trasferte più abbordabili, tra l’altro, per la tifoseria calabrese).

Francamente questa situazione comincia a diventare paradossale. In questo caso il fatto ha un'aggravante ulteriore: all’andata i tifosi del Palermo hanno potuto assistere regolarmente all’incontro del Granillo, presentandosi anche in buon numero (quasi mille), senza che si siano registrati episodi di violenza o tensione eccessiva. Il presumibile motivo del divieto poi rende tutto ancor più assurdo: la possibilità per i tifosi della Reggina di incrociare, sul traghetto, i sostenitori del Catania che domenica si recheranno a Castrovillari.

A questo punto, volendo escludere categoricamente che chi di dovere non abbia le capacità di organizzare un servizio d’ordine adeguato ad evitare qualsivoglia tipo di tensione (la butto lì, far imbarcare i tifosi ad orari diversi dato che i match non sono neanche in contemporanea) pare che, come spesso accade in Italia, vinca l’assoluto menefreghismo nei confronti dei tifosi, che sono la parte fondamentale di questo sport. Poi però ci si stupisce che in Premier venga speso quasi un miliardo di euro a gennaio e qui appena trenta milioni, sarà sicuramente una coincidenza che oltremanica hanno stadi sempre nuovi e sempre pieni.