Acri: Palermo buona squadra. Per la salvezza ancora tutto aperto

Al termine del mercato abbiamo intervistato Guglielmo Acri, ex ds della Ternana e collaboratore tecnico del Palermo.

Acri: Palermo buona squadra. Per la salvezza ancora tutto aperto

Il mercato del Palermo si è concluso con due cessioni eccellenti, due acquisti che ad oggi si possono definire marginali in attesa di sviluppi futuri e qualcosa di più di una semplice sensazione di indebolimento della squadra. Per avere un parere in merito al mercato e alla situazione tecnica del Palermo, abbiamo deciso di sentire Guglielmo Acri, ex d.s. di Pescara e Ternana, che ha lavorato anche al Palermo come collaboratore tecnico dal 2000 al 2002.

 

La situazione del Palermo, in questo momento storico caratterizzata da continui rovesciamenti di fronte a livello tecnico e dirigenziale, ha assunto contorni al limite del grottesco: quali sono il sue impressioni sul momento storico della società rosanero?

 

Il Palermo del presidente Zamparini ha mostrato solidità economica e continuità in tutti questi anni. Ha avuto giocatori, direttori e allenatori da piazza importante e si è assestata nella massima serie con qualche breve parentesi nella cadetteria. Questa stagione si sta mostrando molto difficile, sin dall'inizio, nonostante le buone intenzioni del Presidente. I continui cambiamenti, a livello tecnico e dirigenziale sono una lama a doppio taglio, possono generare un'inversione di tendenza o peggiorare la situazione. Ora mi sembra si sia cercata è trovata una soluzione stabile.

 

Il mercato avrebbe dovuto portare dei rinforzi in grado di migliorare la squadra in vista del (disperato) forcing per la salvezza ma alla fine di questa sessione di gennaio, la squadra è uscita addirittura indebolita e non di poco, viste le cessioni di Hiljemark e Quaison. Come giudica la strategia di mercato del Palermo?

 

Quando arrivano offerte importanti come quelle che sono arrivate al Palermo da Genoa e Mainz per i due svedesi diventa difficile trattenerli e rifiutare. Specialmente quando ci si trova in posizioni difficili di classifica. Le strategie di una società per conoscerle e poterle giudicare bisognerebbe viverle dal di dentro. Posso solo dire che Nicola Salerno è un dirigente esperto e che sicuramente saprà gestire questa seconda parte di campionato. 

 

Sul valore della squadra, aldilà di ciò che di impietoso dice la classifica, si è dibattuto abbastanza a lungo. Secondo lei qual è l'effettivo valore di questo Palermo? E' una squadra oggettivamente limitata oppure ci sono delle potenzialità non sfruttate a pieno?

 

Il valore del Palermo è sicuramente alla pari di altre squadre della serie A. Le problematiche trovate ad inizio stagione sono state sicuramente di diverso genere, sicuramente non derivanti dal valore dell'organico. Considerando anche gli svedesi il Palermo ha Nestorovski, che sta facendo un ottimo campionato, Goldaniga, Diamanti, Gazzi sono comunque uno zoccolo duro di esperienza per la categoria. Non si può negare però che la partenza degli svedesi abbia tolto più di qualcosa alle potenzialità di questo organico. Lopez è un buon allenatore. Dovrà essere bravo a ricreare fiducia e convinzione in un gruppo che può lottare per la salvezza.

 

Negli ultimi anni la gestione di Zamparini, dopo una prima fase virtuosa, è stata connotata da una serie di decisioni abbastanza controverse e il rapporto tra la piazza e la società si è definitivamente logorato. Ormai da tempo lo stesso patron friulano parla ciclicamente dell'intenzione di passare la mano e vendere la società, anche se nei fatti si è concretizzato poco. Secondo lei Zamparini ha fatto il suo tempo qui a Palermo?

 

Come ho detto all'inizio è la gestione di un Presidente che ha portato giocatori oggi di respiro internazionale, ne cito solo tre per non dilungarmi, Cavani, Dybala e Pastore, e che ha dato lustro e soddisfazione ad una piazza come Palermo, considerando le difficoltà che ci sono oggi nel calcio  specialmente per imprenditori di casa nostra, vista la crisi che c'è in tutti i settori, non si può mettere in discussione per una stagione partita in maniera disgraziata. Per trarre delle conclusioni bisognerà aspettare la fine del campionato. Di scontato non c'è nulla nel nostro mondo. Lo ha dimostrato proprio il Palermo lo scorso campionato. Non credo sia già tutto definito in zona retrocessione. Se Zamparini abbia fatto il suo tempo o no a Palermo credo lo dovrà decidere lui stesso. La domanda da porsi secondo me, se lui dovesse lasciare è "si troverà un altro meglio di lui?". Personalmente, non conoscendolo di persona, guardandolo da lontano, lo considero un'icona del nostro calcio, come può essere considerato Lotito, o Preziosi, Moratti, Berlusconi e Galliani, Matarrese, presidenti e personaggi che sono la storia del nostro calcio. Ripeto, con pregi e difetti, come ognuno di noi.
 
In chiusura uno sguardo alla lotta salvezza. Sulla carta la questione sembra ormai segnata, a tal punto che l'Empoli ha venduto senza colpo ferire il suo giocatore di maggior talento (pur avendolo rimpiazzato con un buon acquisto come El Kaddouri). Posto che nel calcio non si sa mai, qual è il suo personalissimo cartellino sulla lotta per non retrocedere? Crede che i giochi siano davvero chiusi?

 

Hai detto bene, sembra. Come ho detto c'è mezzo campionato da giocare, non c'è nulla  discontato. Credo che possano insidiarla tutte e tre. Il Crotone perché pare stia attraversando un buon momento di forma; il Palermo per tutto quello che è stato detto prima e laddove funzionasse il nuovo mix Salerno-Lopez sul gruppo; il Pescara perché ha fatto molto sul mercato. Se dovessi sbilanciarmi, per affetto e perché ci ho lavorato di recente per tre direi Pescara, anche se ho avuto la fortuna di lavorare anche a Palermo, quindi spero anche per i rosanero.