Foschi: «Serie A fondamentale, prossime tre gare importanti»

Foschi: «Serie A fondamentale, prossime tre gare importanti»

 

Il presidente del Palermo, Rino Foschi, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport e al Giornale di Sicilia stamane in edicola. Il massimo dirigente rosanero ha analizzato il momento della squadra, il pareggio di Cosenza e le prossime gare che attendono la squadra di Stellone. Di seguito, riportiamo quanto emerso.

 

Sull’impegno della squadra.

«Dobbiamo aspettarci grande professionalità e serenità, martedì ripartiamo per Pescara e torneremo subito per pensare al Verona. Sono settimane in cui si deve cercare di pensare solamente al calcio, senza nasconderci dietro l’angolo perché ci attendono tre partite che possono dare la svolta al campionato».

 

Sull’importanza della promozione in Serie A.

«Per poter portare a termine il percorso intrapreso qualche mese fa serve la classifica. I ragazzi sanno benissimo quanto pesino queste tre partite per arrivare tra le prime due, ma non intendo mettergli pressione. Per la cessione della società è sicuramente fondamentale avere la prospettiva di una promozione in Serie A».

 

Sulle squalifiche.

«Alcune potevano essere evitabili, specialmente in difesa. Entrambi i centrali sapevano di essere diffidati e se il primo viene ammonito, il secondo deve stare più attento. In questo momento abbiamo la retroguardia decimata, pur con il massimo rispetto per chi giocherà a Pescara. L’espulsione di Nestorovski non mi ha fatto proprio arrabbiare, però non era il caso di comportarsi così con l’arbitro, da capitano e con un’ammonizione già presa. Non è però il caso di parlare di multe: è stato un momento particolare e posso anche capirlo. Non posso accettarlo del tutto perché eravamo ormai nel recupero e così facendo mancherà nella prossima partita. Questo significa tanto per noi».

 

Sulla partita di Cosenza.

«Ho vissuto una partita particolare, strana. Non sono felicissimo e neppure scontento, c’è stata qualche ammonizione di troppo che si poteva evitare. In testa avevamo solo la vittoria ma a volte si può inciampare. Nestorovski ha fatto gol quando sembrava tutto facile, poi sono cambiati mentalità e umori ed è spuntato il nervosismo. L’arbitro? Mi sono ripromesso di non parlarne. Tanto, quando sbaglia, se protesti non cambia niente. È stato più severo con noi che con gli altri, anche se ci abbiamo messo del nostro. Punto a parte, siamo tornati a casa con le ossa rotte, una difesa da inventare e, ora, andiamo a Pescara senza diversi titolari».

 

Sui prossimi impegni.

«Pescara, Verona e Benevento? Sono tre partite uguali a quelle di Cosenza, hanno tutte la stessa importanza. Non dobbiamo prenderle sottogamba, però. Serve una certa cattiveria e per ora mi sembra che questa squadra l’abbia solamente a tratti. Non voglio trovare dei difetti, ma sotto l’aspetto mentale queste partite vanno affrontate in un certo modo. L’approccio alla gara è stato anche buono, ma forse ci aspettavamo una partita più semplice. Invece ci hanno messo in difficoltà e questo ha creato un nervosismo tale da rendere complicato tutto. A quel punto abbiamo commesso dei falli stupidi e abbiamo preso delle ammonizioni giuste. Sono cose che non devono succedere perché da qui alla fine tutte le partite saranno così, queste situazioni vanno affrontate con lo spirito giusto».

 

Sulla classifica.

«Vero, la classifica è cortissima. Non chiediamo la fortuna di altre squadre che non desidero neppure nominare. Ma, a volte, bisogna crearsela. Potevamo svoltare, non facciamo drammi e guardiamo avanti con serenità. Sicuramente, non siamo tornati ballando e scherzando, fuori casa bisogna avere una mentalità diversa, cattiveria fino all’ultimo istante».

 

Infine, sulla cessione societaria.

«Un silenzio che non è immobilismo, voglio che questa società passi a gente in grado di sviluppare un grande progetto. Sappiamo benissimo di essere orfani e che serve una nuova proprietà. Un ciclo non si apre in due giorni, l’importante è un programma solido e ricco. Il tempo delle chiacchiere è finito, il fatto di non parlare porta solo professionalità e risultati».