De Rose: predicatore nel deserto
Comincia stamane la marcia di avvicinamento del Palermo alla prossima sfida contro il Bisceglie. Una recita che - alla luce degli ultimi risultati - assume una sfumatura più delicata rispetto a quello che si potesse immaginare ad inizio campionato. Ahimè, la mesta realtà del campo ha capovolto le velleità pre campionato. Di fatto Avellino ha rappresentato la stazione, un'altra, della mediocrità di questo Palermo. Una squadra in balia di se stessa, totalmente inerte, nonché incapace della benché minima reazione. Niente, l'elettroencefalogramma è piatto. Il tutto è affidato all'improvvisazione: non c'è la parvenza di una squadra, tutti per uno e uno per uno.
La nota lieta - l'unica a dire la verità e qui sta il paradosso - si chiama Francesco De Rose. È lui che nel deserto della creatività tenta di accendere la speranza dei tifosi rosanero, ormai assopiti e rassegnati ad una mesta e triste stagione.
Il metronomo calabro tesse la tela - di un gioco che in realtà non esiste - del suo spartito immaginario, disegnato sulla tela della sua qualità ed esperienza. Per noi non una novità: che fosse un giocatore di categoria superiore era cosa nota, ma il suo impatto nel mondo Palermo è stato talmente naturale da sorprendere oltremodo. De Rose (il capitano che sognavamo in estate) è la dimostrazione plastica, empirica che la qualità del singolo magari non risolve tutti i problemi, ma insieme sì. Basterebbero due-tre De Rose per cambiare fisionomia alla squadra attuale, sempre che di ciò si possa parlare.
La sensazione è che proprio l'approdo di Ciccio De Rose vada ad ampliare ancora di più il rimpianto di quello che sarebbe potuto essere e quello che ahimè è. Fra un cammino virtuoso o, come si sta verificando, un pencolamento desolante.
Ciò detto, De Rose - colpo di mercato nel mese di gennaio - sta svanendo nell'anonimato visto il limitato (si fa per dire) spettacolo che il tifoso rosanero è costretto a sopirsi durante il weekend.
L'appuntamento con il Bisceglie ha assunto le coordinate dello scontro diretto, sì proprio così. La settimana del Palermo non trascorre più pensando cosa sia accaduto a Terni, a Bari o ad Avellino, ma cominciando ad abbassare lo sguardo, tenendo d'occhio proprio il Bisceglie di turno. Sabato sarà una partita da non sbagliare, non per chissà quale illusione, semplicemente per non trasformare l'attuale percorso da rassegnazione a disperazione. Ciccio (De Rose ndr) sarà lì, nel mezzo, sempre e comunque, auspicando che la sua non sia l'ennesima predicazione nel deserto rosanero. Per favore, qualcuno gli dia la fascia da capitano.
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