L'impresa eccezionale è essere normale

L'impresa eccezionale è essere normale

Si ricomincia. Reset. Punto e a capo. A Michele Mignani, genovese, 51 anni, il compito innanzitutto di normalizzare il caos regnante in casa rosanero. 

L'ex allenatore del Bari arriva nel momento più difficile: mancano appena sette partite e il Palermo è reduce da una crisi senza precedenti negli ultimi due anni. 4 i punti raccolti nelle ultime 6 partite, 4 le sconfitte collezionate nelle ultime 5, nelle quali la media gol subiti sfiora la clamorosa quota 3. Come se non bastasse, sabato nel big match contro la Sampdoria i rosanero si presenteranno con un centrocampo falcidiato dalle assenze per infortuni, quello di Ranocchia, e squalifiche, Gomes e Coulibaly. 

“Pronto, Michele, c'è un'impresa da tentare”. Potrebbe essere andata così la telefonata che ha convinto Mignani a rescindere il contratto che lo legava al Bari per approdare in Sicilia con quasi tre mesi di anticipo.

Poco male: chi lo conosce descrive un uomo deciso, proteso alla concretezza prima che agli esperimenti. Ha viaggiato per lo Stivale con in tasca il suo 4-3-1-2, marchio di fabbrica che però difficilmente vedremo in questo ultimo tratto di stagione alla guida del Palermo. Semplicemente perché l'organico allestito per il suo predecessore, Eugenio Corini, porta in dote 4 esterni che nel rombo sarebbero tagliati fuori o, nella migliore delle ipotesi, fortemente adattati. 

Si ripartirà, piuttosto, dai concetti prima che dai moduli. La solidità difensiva, in primo luogo; l'ordine a centrocampo;  lo sviluppo di un gioco che garantisca equilibrio. E dai punti fermi di una squadra che oggi più che mai ha disperato bisogno di riferimenti. A partire proprio dalla guida tecnica.