Lettera da uno scettico ottimista

Lettera da uno scettico ottimista

Di Massimiliano Rincione

 

Partiamo da un presupposto. La sensazione che il Palermo venisse affidato nelle mani di Dario Mirri e Tony Di Piazza era balenante negli animi di tutti gli abitanti del capoluogo, o almeno di quelli aventi a cuore le sorti dei nostri colori. Scartate le ipotesi fantasiose, gli avventurieri e piste che, come era ampiamente pronosticabile, non sono mai state prese in considerazione, è difficile restare sorpresi di fronte alla decisione del sindaco. D’altronde, l’unica alternativa valida – non ce ne voglia il simpatico e istrionico Massimo Ferrero – era il gruppo Colella, che solleticava non poco le fantasie di qualcuno anche grazie alla solidità di una realtà leader nel campo dell’abbigliamento di massa come Alcott.

 

Ordunque, espletate le pratiche per un’iscrizione in Serie D che sa tanto di liberazione, non ci resta che attendere quali saranno le prime mosse dell’accoppiata Mirri-Di Piazza, che tramite le scelte dettate dall’occhio attento di Rinaldo Sagramola dovranno dapprima puntare un allenatore e un ds, gettando poi le fondamenta per quella che sarà la squadra del futuro. A proposito, diffidate da chi vi ha parlato della necessità di giocare con soli giovani escluso qualche fuoriquota: la Serie D non è il campionato Primavera, e imporrà di base la presenza in campo di un 99, due 2000 e un 2001, che dovranno eventualmente essere sostituiti da giocatori di pari età corrispondente nel corso della partita. Tutto qua.

 

Ciò impone dunque una constatazione: cosa serve per vincere tra i dilettanti? Intanto una squadra forte, giovane sì ma non troppo considerando i regolamenti. Un tecnico capace e conscio dei rischi e dei pericoli della categoria, e un direttore sportivo in grado di scovare i giusti talenti adatti ad un Palermo che, agli occhi degli avversari del proprio girone, verrà visto come il Real Madrid di turno.

 

Adesso, permetteteci di farvi una doccia fredda: il nome di Iachini, tecnico da Serie A – e paventato in caso di arrivo di Ferrero alla guida del nuovo Palermo -, in Serie D ci azzecca ben poco. Serve gente che abbia già calcato i polverosi campi delle province più sperdute d’Italia nel recente periodo. Quindi va bene Andrea Sottil, che è comunque già un tecnico con un buon bagaglio in Serie C, ma andrebbe decisamente meglio con Giovanni Bucaro. Poi, attenzione, potremmo clamorosamente sbagliare tutto, e con Rosario Pergolizzi alla guida della Prima Squadra – e non della Juniores, come logica suggerirebbe – andare a vincere il campionato già a gennaio senza direttore sportivo. Perché sì, c’è anche l’ipotesi legata alla mancata nomina di un ds.

 

Tornando un attimo al discorso allenatore, però, c’è una candidatura che probabilmente sarebbe parecchio fuori luogo: stiamo parlando di Cristiano Lucarelli, l’anno scorso al Livorno in Serie D. Lui, che si è detto pronto a scendere di categoria per una piazza come Palermo, rischierebbe anche di bruciarsi tra i dilettanti. Ecco, magari non è il caso.

 

Ora, leggendo tra le righe avrete un po’ capito quali e quante siano le perplessità di chi in questo momento ha quasi terminato di scrivere l’articolo, ma di una cosa siamo certi: Dario Mirri, futuro presidente del nuovo Palermo, è il primo tifoso di questi colori. Per questo è lecito credere che faccia tutto quanto in suo potere, assieme a Di Piazza, per riportare il vessillo rosanero dove merita. Però occhio a non sbagliare: il Bari, dal canto suo, ha investito anche in Serie D, costruendo una corazzata che si sarebbe potuta tranquillamente salvare anche in C. Ci sarà poco più di un mese di tempo per assemblare una squadra, più giovanili e staff tecnico, valida. Adesso la palla passa a voi, consci del fatto che, se rinascita dovrà essere, tanto c’è da fare e tanto dovrà essere fatto.

 

 

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