Zamparini, il Palermo, il closing: Foschi dice tutto

Zamparini, il Palermo, il closing: Foschi dice tutto

La vittoria di ieri contro il Carpi ha permesso ai rosa di consolidare la propria posizione in classifica ed avvicinarsi alla vetta del campionato, e uno dei momenti più belli del match è stato sicuramente l'abbraccio fra i giocatori e Rino Foschi dopo il gol di Puscas. L'attuale presidente del Palermo, intervistato durante la trasmissione TRM-Zona Vostra ha parlato di quel momento ma ha voluto anche spiegare il discorso stipendi, la trattativa Mirri-Preziosi e ha voluto ribadire che Maurizio Zamparini non è più connesso al club di viale del Fante:

 

ZAMPARINI

“Zamparini con il Palermo non c’entra più niente. Zamparini ha fatto l'errore di vendere agli inglesi, ha dovuto cedere la società per i suoi problemi a degli inglesi inadempienti che andavano a cercare quote che nessuno gli aveva dato e lo hanno truffato. A ridosso della scadenza del mandato visto che non pagavano niente io personalmente insieme alla De Angeli e tre avvocati gli abbiamo portato via la società». 

 

PREZIOSI E MIRRI

«Preziosi era alle mie spalle ma non ha potuto comprare il Palermo perchè non ha ancora venduto il Genoa. Con lui abbiamo messo in moto questa macchina che è la famiglia Mirri, molto bravi e professionali, sono stati tifosi veri e mi hanno permesso di pagare gli stipendi arretrati. C'era anche un'opzione a favore di Preziosi che non è stata esercitata perché il suo gruppo non è ancora pronto per prendere il Palermo. La società è in vendita e vogliamo dare a questa città il futuro che merita e nel frattempo la famiglia Zamparini ha scontato una parte di debiti di quello che era fuori. Hanno semplicemente saldato un debito che aveva tramite Alyssa, contribuendo a pagare parte degli stipendi. Non viviamo con lui alle spalle, Maurizio Zamparini con il Palermo non c'entra più niente». 

 

CESSIONE

«Preziosi potrebbe tornare alla carica? Non possiamo più aspettare, in questo momento siamo orfani di proprietario. Preziosi voleva vendere il Genoa ma non è riuscito a farlo, probabilmente lo venderà ma ci stiamo guardando attorno con persone serie che diano un futuro roseo al Palermo, anche più importante di quello del 2003, c’è qualche cosa di concreto. Mi auguro che avvenga già fra qualche giorno, contiamo di chiudere entro qualche settimana con il nuovo acquirente. Siamo una società seria, che cerca un proprietario serio. Chi comprerà farà l’affare del secolo soprattutto se andremo in Serie A. Non possiamo aspettare la fine del campionato, forse se avessimo avuto qualche punto in più a quest'ora avremmo già un nuovo proprietario. Io non cerco e non voglio avventure o avventurieri, voglio un progetto serio. Le difficoltà mi esaltano, voglio bene alla città e sogno di dare il Palermo a qualcuno che possa fare ancora meglio di quanto fatto dal primo Zamparini».

 

L'ABBRACCIO

«Sono andato nel tunnel perché viviamo un momento particolare, eravamo in vantaggio 2-0 e con il gol del Carpi dopo un minuto della ripreso ho iniziato a sentire mormorii, così mi sono spostato e non potevo andare da nessun'altra parte se non sotto al tunnel. Ero ad un metro dal gol di Puscas e mi sono ritrovato addosso i giocatori, ci siamo abbracciati ed è stata una cosa bellissima. Avevamo bisogno di un risultato importante perché la classifica ci ha aiutato in questa giornata, al gol di Puscas mi sono ritrovato abbracciato e non ne ho capito più niente. Non vado più in panchina perché il calcio è cambiato molto, ci andavo per lavorare e fare il direttore tecnico, ma adesso la gente mormora e dice che vado per fare il tecnico e questa cosa mi vergogna, soffro e non ci vado».