Diamanti: Palermo, mi hai stregato. La mia dimensione
''Qui gente speciale, umile e calorosa. De Zerbi valore aggiunto. Mi manca il gol''

Alessandro Diamanti intervistato da Salvatore Lo Iacono sul Giornale di Sicilia.
Palermo. “Bisogna viverci per capire quanto si sta bene qui, ma sapevo già tanto. Avrò quindici amici e conoscenti nel mondo del calcio che hanno giocato a Palermo, da Balzaretti a Sirigu, da Pinilla a Barzagli, a Migliaccio, lo stesso Puccinelli, mio procuratore. Ho trovato la dimensione giusta per me, un ambiente speciale, gente umile, calorosa, disponibile, che ha un modo di pensare molto vicino al mio. Ho iniziato una bellissima avventura, sono contento di far parte di questo gruppo, lavorare per questa società e giocare per questa città”.
La 500 rosa. “L'ho dal 2009, quando giocavo al Brescia. Mi serviva un’auto piccola e non vistosa e tornai a casa con…quella. Semplice. Poi se ne sono scritte cose incredibili su di me. Quando ero all’AlbinoLeffe leggevo sui giornali che giravo con un coniglio al guinzaglio, quando lo tenevo solo a casa”.
Il numero 10. “Sono un dieci un po’ atipico. Sono uno a cui piace cantare, ma anche molto portare la croce. Mi metto a disposizione del gruppo e provo a dare l’esempio, sempre, sul campo. Niente paragoni, ognuno ha le proprie qualità, anche umane, e uno stile di gioco, nessuno è uguale all’altro”.
De Zerbi. “Ho avuto molti tecnici, ma sinceramente sono impressionanti la sua idea di calcio, l’intensità che mette in allenamento e vuole in partita, i dettagli che cura, la crescita che chiede”.
Il gol. “Ci lavoro. Segnare mi manca, mi garberebbe una bella rete da tre punti per la squadra e per la gente. Non sono mai stato un goleador, ma ho sempre lavorato per essere determinante. Fare rete è anche recuperare un pallone a centrocampo e avviare un’azione che si conclude con un gol, entrare nelle azioni importanti”.
Nestorovski. “Sta crescendo grazie all’allenatore, recepisce velocemente. È facile e normale lavorare sulle qualità di un calciatore, il nostro tecnico lavora su quello che ci manca. Vale per tutti, anche per me a trenta e rotti anni. C’è sempre da migliorare”.
I cinesi. “I cinesi hanno tutte le potenzialità per espandersi in Europa, ma è importante che s’affidino a chi conosce il calcio”.