Col «prima non prenderle» si vincono i campionati. Iachini docet

Il 3-5-2 arriva a Palermo con il tecnico della promozione record. Oggi stesso modulo, ma gioco diverso.

Col «prima non prenderle» si vincono i campionati. Iachini docet

Col “prima non prenderle” si vincono i campionati di serie B.

Ce l’ha insegnato Beppe Iachini, tecnico dei record con il Palermo in cadetteria, autore di quattro promozioni in A e convinto sostenitore della massima secondo la quale mantenere la propria rete inviolata rappresenta l’anticamera della vittoria.

 

Non a caso è stato proprio Iachini a portare al “Barbera” quel 3-5-2 che il Palermo non ha più abbandonato se non in rare e fallimentari occasioni - al netto del 4-3-3 di Schelotto che due anni fa aveva illuso.

E anche quest’anno, con Tedino in cabina di regia, il modulo è quello: con una mezza punta e un centravanti, con il tridente, o con una mezzala alta sulla trequarti, la struttura resta la stessa.

In primo luogo perché ormai da diverso tempo il Palermo non ha centrali in grado di difendere a due; poi, perché dalle parti di Monte Pellegrino sono spariti i terzini: sono anni che in rosa non si vedono giocatori in grado di svolgere quel ruolo in entrambe le fasi di gioco.

 

GODIAMOCI IL PRIMATO, IL BEL GIOCO ARRIVERÀ

 

Un modulo, il 3-5-2, che può essere interpretato a partire da due visioni diametralmente opposte.

In un caso, mentalità offensiva, aggressiva in fase di non possesso, col pressing organizzato, e in fase d’attacco, portando diversi uomini nella metà campo avversaria. Insomma, il gioco che Antonio Conte ha impresso prima alla Juve, poi alla Nazionale, adesso al Chelsea.

La seconda interpretazione del modulo, quella appunto di Iachini e di gran parte dei tecnici che in Italia scelgono i tre difensori, è al contrario improntata al contenimento degli avversari attraverso lo scrupoloso posizionamento negli spazi, sfruttando la densità a centrocampo e tenendo sempre molto corta la distanza tra i reparti. La costruzione della manovra passa dal centrale dei tre di difesa e si sviluppa in ampiezza, cercando di sfruttare lo spazio concesso agli esterni.

 

È UN PALERMO SOLIDO ED IMBATTUTO. LA RASSEGNA STAMPA

 

In ogni caso, però, la differenza la fanno gli interpreti.

Il gioco di Iachini riusciva a non risultare soporifero, il più delle volte, grazie alla presenza di attaccanti e trequartisti estremamente abili nel palleggio. La costruzione di gioco di quel Palermo poteva contare su interpreti che in fase offensiva garantivano costantemente ritmo e tante idee.

Oggi il livello qualitativo della squadra di Tedino - che a Pordenone era tutto tranne che difensivista - è nettamente inferiore all’organico che trovò la promozione nel 2014.

Contro l’Ascoli, in quello che si potrebbe definire un non match, si è avvertita come una scossa violenta l’assenza di Coronado, unica fonte di illuminazione di questa squadra.

E anche con il brasiliano in campo, almeno fin qui, non si è mai apprezzata fluidità e dinamismo nella manovra.

 

Probabilmente alcuni meccanismi verranno affinati, ci sono movimenti da memorizzare e un’identità che ancora non è stata trovata. La fase difensiva è ancora un cantiere aperto, anche se ha ben retto in questa prima parte di campionato - eccezion fatta per la sfida contro l’Empoli.

E il rientro di Aleesami e di Rolando - esterno molto offensivo - potrebbe spostare gli equilibri regalandoci attori capaci di recitare una parte più aggressiva.