Chimicamente necessari. I fatti, non le battute. I fatti
«Non ho voglia di fare battute, le fanno gli attori in teatro. Sono una persona seria e faccio dei fatti».
Ha risposto così il quasi ex direttore sportivo del Palermo Rino Foschi alla nostra richiesta di una battuta in merito al proprio futuro.
Una similitudine dal retrogusto di commiato quella pronunciata dalla voce decisa e stanca del direttore Foschi. Di fatto il suo futuro pare sempre più lontano dalle latitudini siciliane.
Fatti, sì. Perché da quando il buon Foschi ha (ri)ceduto al canto delle sirene rosanero ha dovuto sin da subito fare i “conti” (in tutti i sensi) con una situazione alquanto paludosa e tutt’altro che agevole per un direttore sportivo.
Un’estate - quella del 2018 - trascorsa nell’incertezza economica per cui fare di necessità virtù divenne l’ispirazione quotidiana del suo operato. Lui abile nel mantenere l’equilibrio su quel filo sottile tra la presenza “scomoda” di Zamparini da un lato e la pressione di una piazza come quella rosanero dall’altro. Nonostante tutto Foschi riuscirà ad allestire - friggendo il pesce con l’acqua - una rosa competitiva.
La fortuna sorrideva come uno stagno a primavera
Ma non vi è pace per il buon Rino: arrivano gli inglesi. Dapprima confermato, poi delegittimato senza edulcorazione alcuna da Richardson and c.
L’accampamento rosanero intanto pencolava sempre più nell’austero inverno palermitano con soltanto Rino Foschi a resistere - fiero e mai domo - nella sua cabina di comando.
Così, la dolce brezza primaverile regalerà un'aria nuova al Palermo cacciando via l’invasione britannica.
E al dio degli inglesi non credere mai
Rino Foschi diventa Presidente del Palermo Calcio - Lui dirà sempre “chiamatemi direttore” - sino alla data del 3 maggio giorno della cessione definitiva ad Arkus Network.
Da quel giorno Foschi c’è ma non si vede. Sembra un ossimoro ma di fatto questo è: con l’insediamento di Fabrizio Lucchesi la figura del direttore sportivo rosanero appare sempre più ai confini del nuovo impero rosanero.
Una figura certamente aulica nella storia del Palermo degli ultimi anni: amore incondizionato prima, diffidenza in seguito poiché considerato da alcuni troppo vicino all’ex presidente Zamparini.
Rino Foschi e il Palermo - valutazioni di altro tipo le lascio alla soggettività di ognuno - hanno dipinto orizzonti felici nella tela rosanero e qualsivoglia (retro)interpretazione non potrà offuscare la sensazione che - nonostante tutto - le due entità resteranno chimicamente necessari.
Diceva De Andrè...
E ora aspetterò domani per avere nostalgia…