Abodi a FP: In B controlli più serrati. Paracadute...

L'ex presidente di Lega di Serie B ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni

Abodi a FP: In B controlli più serrati. Paracadute...

di Cettina Pellitteri

Il 30 maggio 2014, dopo solo un anno di purgatorio, il Palermo festeggiava al Barbera il ritorno in serie A.
Andrea Abodi, in quel periodo presidente della lega di serie B, nel premiare la squadra rosanero rivolgeva questo saluto ai tifosi rosanero:

«Adesso vi riconsegniamo alla vostra casa: la serie A. Adesso comincerete una nuova avventura, cari amici di Palermo, l’unica preghiera è che vi ricorderete di questi dieci mesi, di questa famiglia calcistica che ama il calcio e che porterete con voi questo ricordo della serie B anche quando sarete in serie A, con l’augurio di una riconferma sul campo».

Potendo vantare un organico superiore alla cadetteria, tale da fare invidia alla rosa attuale, il Palermo guidato da Beppe Iachini aveva polverizzato diversi record; la speranza di tutti era quella di poter riprendere un cammino interrotto e di cancellare definitivamente un “incidente” di percorso.
 

Le premesse per far bene c’erano tutte ed è per questo che oggi la retrocessione del Palermo, benché ampiamente annunciata, è diventata argomento doloroso e molto confuso, non solo per i tifosi rosanero, ma anche per chi, tre anni fa, aveva pensato che il Palermo in serie B fosse stato solo di passaggio.

«Non voglio entrare a piedi uniti su un tema così delicato – ha affermato ai nostri microfoni Andrea Abodi – un conto è parlare di fronte ad una promozione, con la gioia di un risultato e di un obiettivo raggiunto, una cosa è prendere la parola in un’occasione così dolorosa e confusa. Credo che quando si hanno delle responsabilità devi poter dialogare su tutto, però io sono per il rispetto dei ruoli, in questo momento non ho un ruolo e ho deciso di non esprimere giudizi sulle persone, vengo da una sconfitta elettorale perché questo mondo ha deciso di darsi un assetto di un certo tipo. Rispetto le decisioni, mi amareggiano, perché avrei voluto contribuire ad un cambiamento, ma è del tutto evidente che ci sono segnali di una crisi di dialogo e di analisi».

Sono passati solo 3 anni e il Palermo torna giustamente e meritatamente nella serie cadetta: una squadra debole, priva di identità e di personalità non poteva sperare in un’altra miracolosa salvezza. La società di viale del Fante potrà fruire del paracadute finanziario, che molti considerano una sorta di premio erogato ai Club che poco o nulla hanno fatto per salvare la categoria. Secondo Abodi, il paracadute, in quanto tale, è uno strumento utile e necessario, un ammortizzatore che consente alle società retrocesse di limitare l’impatto della distanza fra le due categorie.

«Ma – ha spiegato – come succede spesso nel nostro Paese, invece di affrontare il tema, che è appunto la distanza fra le categorie, si cerca di risolvere il problema aumentando il paracadute e magari, come propone qualcuno, limitare il numero delle retrocessioni, così si evita il rischio.
Quello che conta però è la qualità di una competizione, che si poggia anche sul rischio di non andare in Europa, di non vincere lo scudetto, di rimanere o meno in una categoria e quindi di essere retrocesso.
Se si limita questa finestra si peggiora la qualità della competizione e non si risolve il problema e anche il paracadute ha un senso se parallelamente ad esso, si ragiona su una contribuzione mutualistica tra serie A e serie B che sia più in linea con gli standard e i parametri europei, altrimenti si rischia di incidere anche su un’altra competizione e in un’altra stagione.
E’ del tutto evidente che scendendo con una cifra tecnica, come spesso succede nelle società che retrocedono dalla A, e con la fruizione di una copertura finanziaria, senza un contrappeso di mutualità della serie B, si rischia di dare meno valore alla seconda competizione professionistica, rendendola meno avvincente ed interessante, una caratteristica che invece la B, con la sua formula di campionato, ha coltivato in maniera significativa e sistematica. Se è vero che oggi il campionato cadetto è il più equilibrato, perché tutte le squadre fino alla fine giocano per un obiettivo, c’è il rischio che tale formula possa essere  condizionata dal paracadute, strumento necessario che può essere allungato nel tempo, ma che non può essere una decisione unilaterale e scollegata  dal rapporto di mutualità fra serie A e serie B. Se inserito in un mix di strumenti allora è davvero necessario, ma se il paracadute si lascia come fattore a sé stante produce fattori  distorsivi nella competizione sottostante».

 

A breve il Palermo dovrebbe annunciare il closing, pensare però che i controlli sui Club che militano in Serie B siano meno rigidi rispetto a quelli che vengono eseguiti nella categoria superiore è una inesattezza prontamente chiarita da Abodi :  «Da parte della Lega – ha  rassicurato - sono stati introdotti dei parametri economico-finanziari, in aggiunta a quelli per l’iscrizione al campionato (che sono di carattere federale).
I controlli, quindi, sono più costanti e più ravvicinati nel tempo, tant’è che la Covisoc in serie A controlla ogni tre mesi e in serie B ogni due mesi. Anche sul closing ci saranno gli opportuni controlli, le regole federali impongono a tutte le società professionistiche, che hanno un nuovo acquirente per quote superiore al 10%, di documentare sia la natura del beneficiario finale dell’acquisto, sia la consistenza patrimoniale dell’acquirente, le norme servono a garantire la massima trasparenza nelle operazioni».

La Lega serie B non è ancora riuscita ad eleggere un presidente, una bailamme che vede coinvolto il patron della Lazio Claudio Lotito, candidato alla presidenza di Lega. Lontani dal trovare un accordo, Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, ha di recente affermato che la strada da percorrere rimane quella tracciata dal dimissionario Andrea Abodi, mentre per il presidente del Cesena, Lugaresi, servono un progetto lungimirante e forte e un presidente autorevole, altrimenti, a suo dire, la serie B diventerà presto un ramo secco del nostro calcio.

«Il rischio – ha confermato Abodi - è reale, e dipende dall’incapacità di ragionare con una visione di sistema. I tre campionati professionistici hanno un senso se è chiara la missione di ogni campionato e se è chiara la relazione e la collaborazione tra campionato e campionato e quindi tra lega e lega. Se tutto questo non avviene è evidente che chi sta sotto la serie A soffrirà inevitabilmente. Peccato che noi parliamo sempre di dimensione europea  e trascuriamo quello che avviene negli altri Paesi organizzativamente più evoluti del nostro, modelli nei quali la relazione sportiva e economica e tra la massima serie e la seconda serie è fortissima, a dimostrazione che per costruire un palazzo alto ed ambizioso bisogna avere delle buona fondamenta, se la base non è solida il palazzo non cresce».