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Marisa Grasso, vedova dell'ispettore Raciti[/caption]
Sono passati 8 anni da quel tragico Catania-Palermo che vide morire l'ispettore
Filippo Raciti, ma il dolore per la scomparsa del marito non si placa nel cuore della vedova,
Marisa Grasso. Non è cambiato nulla, forse qualcosa nella prevenzione degli atti violenti, ma la vedova dell'ispettore è chiara e dura nelle sue idee, raccolte da "La Gazzetta dello Sport": "C'è più severità nei controlli, prima non ci si accorgeva della gravità delle cose. A livello culturale è cambiato poco, mi terrorizza il fatto che possano ripetersi azioni come quelle che ho vissuto".
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Chiuderei le porte degli stadi- ha continuato Marisa Grasso prima del convegno "Vivere lo stadio-passione a rischio?" all'Università La Sapienza di Roma-
chi vuole vedere le partite lo può fare comodamente a casa, davanti la televisione. Niente striscioni negli stadi? Sarei più dura delle parole di Pallotta e Tavecchio ("Dovremmo vietare gli striscioni negli stadi, siamo l'unico paese dove succedono queste cose", parole riferite agli striscioni contro la madre di Ciro Esposito costate la chiusura dell curva Sud per la Roma,
ndr). Conosco il dolore che si prova,
ci vuole più rispetto per i familiari".
"Pallotta ha lanciato un messaggio importante- ha concluso la vedova Raciti- perché la legalità non teme nulla, nemmeno la reazione degli ultrà. I calciatori hanno grandi doti comunicative, devono dire da che parte stanno: da quella della legalità o dell'illegalità".
Luca Bucceri
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