Urlare Playoff

Urlare Playoff

Reset. Ripartire. Ricominciare da questo urlo.

Che forse non è una catarsi dovuta alla vittoria. O non solo. È uno spettro che vuol essere scacciato, abbandonato ma non dimenticato: che questa seconda chance venga affrontata con la piena consapevolezza di quanta fatica si è fatta per raggiungere quello che ad inizio stagione era certamente l'obiettivo minimo. Un urlo in cui ogni vibrazione rappresenta l'illusione delle prime settimane, la realtà spiacevole dopo la prima caduta, e dopo la seconda e la terza, il crollo della ripresa dopo la gioia del primo tempo di Cremona; e dunque la crisi nera, l'esonero, i falliti tentativi di ripartenza. 

Un urlo che manca dentro casa, là dove quest'anno mai è mancato l'amore, mai assente la spinta, così fragorosa da trasformarsi in rovente contestazione, rabbia, quasi disamore, sicuramente indifferenza.

Urlare, adesso. Dopo un campionato di bisbigli e mormorii sibilati proprio quando serviva l'acuto. 

Invece alzare la voce, oggi che si parte sfavoriti. Così è e non potrebbe essere altrimenti, vista l'altalena ferma al palo degli ultimi mesi. E forse è un bene per una squadra che quest'anno ha dimostrato di poter trovare forza soltanto dalle proprie debolezze. Senza i favori del pronostico, con le proprie armi e quella, unica, di uno stadio Renzo Barbera che di ora in ora va riempiendosi.

Una seconda possibilità, allora, che va meritata: dai giocatori, che non sempre in questa grigia stagione hanno superato i propri limiti; dall'allenatore, che affronterà questi playoff ripensando alla beffa di un anno fa; e dalla società, che ha dimostrato di crederci ma, forse, non fino in fondo. È per tutti il momento di riavvolgere il nastro, alzare il volume e urlare che si può, anzi si deve abbracciare questa ultima chance .