Tra passato e presente: Juventus-Napoli, sfida eterna
Articolo di Elisa Lo Piccolo
15 Marzo 1988. Stadio San Paolo.
Si consuma l'ennesima lotta campanilistica dell'Italia di calcio, quella tra Juventus e Napoli. Stavolta in chiave europea.
Si gioca il ritorno del quarto di finale tra bianconeri ed azzurri, dopo l'andata che ha visto la Vecchia Signora imporsi sui partenopei per due reti a zero.
La sfida è tra due universi apparentemente opposti, con tutto il loro repertorio di aneddoti e mitologie: da un lato poca poesia, soltanto le catene di montaggio di una Torino da "nuvola di fumo", come direbbe Dickens, dall'altro un canovaccio di superstizioni e forme artistiche che trascendono dalla realtà nuda e cruda di Napoli per trasformarsi in espressioni da mille colori e che gremiscono lo stadio. Pareva impossibile. Eppure.
La formazione partenopea, tutto estro e fantasia, poteva cambiare la storia, ancora una volta, dopo lo scudetto della stagione 1986/87. E lo avrebbe fatto.
Il Napoli, quella volta, riuscì ad andare ai supplementari con un vantaggio di due reti a zero e poi a porre il sigillo con il colpo di testa di Renica al minuto 119. Echeggiante per la Juve, in quella frazione di minuti, anche quel 3 Novembre del 1985, quando sempre al San Paolo, el Pibe de oro Maradona giustiziò Tacconi su punizione e andò a prendersi l'abbraccio dei tifosi. Due corpi in uno, due cuori in uno.
Serviva quel Napoli contro un avversario così forte. La Vecchia Signora quella sera uscì tramortatita dal rettangolo di gioco, da quel campo in cui si condensavano significati sociali, storie di identità e appartenza, emozioni di un popolo in festa. Gli azzurri in quella stagione avrebbero vinto il loro secondo scudetto.
Oggi sono cambiati i protagonisti, è cambiata la storia ma gli aspetti sociali ristagnano ancora. Il calcio e l'eterna lotta scudetto tra queste due squadre no.
La Juventus ed il Napoli vivificano una competizione che per molti ha perso il proprio fascino, ma che nella sua contraddizione rivela una bellezza sconsiderata. Se in Inghilterra, Francia, Germania e Spagna i campionati si sono chiusi da un pezzo, nel Bel Paese c'è ancora una partita che tiene tutti col fiato sospeso.
Elisa Lo Piccolo