Tedino, l'alchimista: come recuperare l'irrecuperabile

Struna, Chochev, Rispoli: quando il tecnico è anche motivatore

Tedino, l'alchimista: come recuperare l'irrecuperabile

Sarebbe stato difficile, al termine della scorsa stagione, immaginare taluni interpreti rosanero vincenti e compatti tra di loro. Quasi una visione, un’utopia felice vedere al Palermo volti sorridenti immersi in un ambiente sereno.

 

Eppure, oggi si prende atto del lavoro certosino e silenzioso che Bruno Tedino ha cominciato sin dal primo giorno di ritiro precampionato. L’argomento tattico? La scelta dei titolari? Ogni cosa a suo tempo: il tecnico trevigiano ha capito subito l’importanza che avrebbe avuto l’attenzione al gruppo, prima che ad ogni altro aspetto tecnico-tattico.

Tedino ha chiarito le priorità e ha chiesto collaborazione a tutti i giocatori: prima diventiamo gruppo, poi squadra, poi si capirà dove e come migliorare individualmente.

Come nel processo di costruzione di un edificio: senza fondamenta, non c’è piano terra; senza piano terra, non c’è primo piano. E così via.

 

E una volta ricompattato il gruppo, completato l’iter d’integrazione dei nuovi (la maggior parte giovani e stranieri) e riconsegnata un’identità alla squadra, Tedino ha potuto agire con mano ferma sulle individualità, a partire da quei calciatori che tanto hanno deluso e nei quali, perciò, nessuno riponeva più speranze.

 

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Si prenda ad esempio Posavec: tra i giocatori del Palermo più fischiati ed insultati della storia recente rosanero. Papere su papere, così tante che il rischio di trasformare l’area di rigore in un laghetto stava per farsi realtà. Non si può affermare che il croato abbia eliminato ogni suo difetto, o colmato ogni lacuna tecnica: no, anche quest’anno un paio di errori decisivi lo hanno consegnato all’ira del pubblico palermitano.

Ma è fuor di dubbio che il giovanissimo portiere stia prendendo sicurezza, giornata dopo giornata. Complice la fiducia di Tedino e quella senza condizioni della società. Complice, forse, anche la presenza ingombrante di un ottimo estremo difensore come Pomini. Il fatto accertato è che non è lo stesso Posavec visto la scorsa stagione: se serviva un po’ di gavetta, eccola.

 

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E in quella che pare una ricerca della reazione chimica giusta, l’alchimista Tedino sembra aver trovato la formula adatta anche per Aljaz Struna, di ritorno a Palermo proprio per espressa richiesta del tecnico, che da subito ha investito il centrale sloveno di grandi responsabilità. Prima a parole, dichiarando la vitale importanza del calciatore per l’organico a disposizione; poi con i fatti, schierandolo da regista difensivo e affidandogli di fatto le chiavi della retroguardia rosanero. Il numero 6 non ha deluso le aspettative dell’allenatore, inanellando prestazioni convincenti alla guida di quella che, al momento, è la seconda miglior difesa della serie B.

 

E come con Posavec e Struna, Tedino ha trovato la chiave che aprisse la strada ad un altro rosanero mai entrato nel cuore dei tifosi: Ivaylo Chochev, che l’anno scorso, come due anni fa, sembrava l’ombra sbiadita del centrocampista decisivo che apprezziamo oggi. Anche qui una questione di chimica e di sottile lavoro psicologico attuato dal tecnico friulano: Chochev adesso sa di avere un peso specifico importante negli equilibri tattici del Palermo; sa di poter fare la differenza in ogni partita; ha capito, insomma, di non essere scarso come veniva dipinto. Assist e gol sempre più frequenti ne sono la prova. Un altro esperimento riuscito nel laboratorio di Tedino. Il quale è al lavoro per recuperare un altro rosanero che con la tifoseria, più che d’amore-odio, ha avuto un rapporto di odio-odio: Mato Jajalo. Il bosniaco ha sempre fallito l’occasione del riscatto. Bruno Tedino ha speso parole importanti per il centrocampista e, dopo qualche esclusione dall’undici titolare, gli ha ridato fiducia. Il numero 8 ha risposto presente e sta crescendo. Ma è costantemente fuori ruolo.

 

E tra tanti recuperi che sembravano impossibili, c’è quello più importante, necessario se non vitale per l’obiettivo promozione: Andrea Rispoli, l’ex capitano che al 31 agosto aveva la valigia pronta per raggiungere Mihajilovic al Torino. L’esclusione dai titolari, nelle prime giornate, era scelta prevedibile: prima, era da ritrovare la motivazione dell’esterno destro, che è e si sente un giocatore da massima serie, non certo da cadetteria. Tedino è stato bravo ad accompagnare Rispoli in questi due mesi e mezzo: gestione impeccabile, se i risultati sono quelli che abbiamo visto nelle ultime uscite del vicecapitano, esplosivo ed incisivo come pochi.

 

Insomma, mister Tedino ha saputo svestire i panni del semplice tecnico, per diventare un po’ psicologo, un po’ motivatore, un po’ alchimista. Prima alla ricerca degli elementi, poi della combinazione giusta tra di loro. Se il laboratorio guidato dal tecnico avrà serenità ed unione d’intenti anche da parte della dirigenza, non ci sono troppi motivi per abbandonarsi al pessimismo.