Tacopina e il Palermo sono lontani. Lontanissimi

Tacopina e il Palermo sono lontani. Lontanissimi

Si può parlare di terremoto in casa Palermo, se dopo appena 10 mesi dall’assegnazione della nuova società si torna a parlare di cessione delle quote, dissidi interni, incomprensioni sui ruoli e sulle strategie.

 

Epicentro a New York, là dove l’ex vice presidente Tony Di Piazza ha aperto uno squarcio sulla tela rosanero, alla quale forse quest'ultima pennellata non aggiunge valore, ma solo tanta confusione.

 

Le dimissioni, l’annuncio delle proprie quote in vendita, poi il passo indietro, il tentativo di riappacificazione, infine l’ennesimo attacco social, con un post al veleno poi rimosso: la settimana appena trascorsa ha visto un Di Piazza ad un tempo combattivo e indeciso, in disaccordo con il suo socio di maggioranza e, a tratti, anche con se stesso.

 

L’ultima sferzata, in ordine di tempo, riguarda il capitale sociale, che Di Piazza avrebbe voluto versare per intero in Hera Hora, la società che detiene il Palermo: qui la domanda sorge spontanea: perché? Non è dato saperlo. Il budget per la stagione 20/21, quello che avrà a disposizione l’amministratore delegato Sagramola, è stato approvato e versato. A giugno del prossimo anno si provvederà alla nuova ricapitalizzazione in vista della stagione successiva. Di solito funziona così.

 

In mezzo a tanto ferro e fuoco, ecco che nelle ultime ore ritorna agli onori della cronaca un nome che a Palermo in passato ha fatto rumore: quello di Joe Tacopina, ex presidente del Venezia che oggi partecipa nella società lagunare con una quota di minoranza, in buoni rapporti con Di Piazza. Lo scorso gennaio l’avvocato statunitense avrebbe manifestato, tramite uno studio legale romano, la propria intenzione di rilevare le quote del club rosanero. Interesse rispedito con forza al mittente dal socio di maggioranza, il presidente Dario Mirri. Tuttavia i contatti tra Tacopina e Di Piazza avrebbero avuto un seguito: l’ex vicepresidente ha invitato l’avvocato italo americano al Renzo Barbera in occasione del match contro l’Fc Messina. Invito ritirato subito dopo su diktat della dirigenza rosanero. I due, Tacopina e Di Piazza, non hanno però interrotto i propri rapporti: l’ultima telefonata nei giorni scorsi. Oggetto del confronto gli ultimi sviluppi in seguito al cda di giorno 26.

 

Tirando le somme, però… tanto per rumore per nulla: da un lato Tacopina lascia intendere che in un prossimo futuro potrebbe interessarsi alla causa rosanero, dall’altro, almeno per quanto riguarda chi detiene la maggioranza del club di viale del fante, la porta è chiusa.

Almeno da parte della famiglia Mirri non c’è l’interesse, né la volontà di cedere, e allo stesso tempo non appare credibile che uno come Tacopina voglia entrare nel Palermo con una quota di minoranza.

 

I rapporti nella dirigenza si sono incrinati, ma gli equilibri societari ad oggi restano intatti.

 

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