Stadio Barbera off limits: un provvedimento che sa di discriminazione

A cosa serve la tessera del tifoso se nemmeno con essa si può entrare allo stadio? Perché i tifosi blucerchiati possono entrare allo stadio e quelli rosanero no?

E' un "pericoloso" precedente quello che si sta verificando a Palermo, in occasione della sfida contro la Sampdoria: sugli spalti dello stadio Renzo Barbera, su ordine della Prefettura, confermato dal Tar che ha rigettato il ricorso del Palermo, potranno entrare solo abbonati, tifosi avversari in possesso della tessera del tifoso e addetti ai lavori. Lo stesso, a quanto pare, avverrà per la prossima gara casalinga, l'ultima del campionato, contro il Verona. I motivi? Limitare la presenza dei tifosi sugli spalti, visto che la gara sembrerebbe a rischio. Un provvedimento che sa di discriminazione. In casi come questi, quando c'è sentore di possibili incidenti e l'osservatorio lo fa presente, è sempre stata vietata la trasferta ai tifosi ospiti. Questa volta a pagare è il pubblico di casa. Perché? Forse si ritiene che il pubblico palermitano, nonostante in possesso della tessera del tifoso, sia più pericoloso di quello blucerchiato? Cosa garantisce in più, in termini di sicurezza, un abbonato rispetto ad un palermitano che ha la tessera del tifoso e fa il biglietto al botteghino? Dopo gli incidenti in via libertà tra pseudo-tifosi del Palermo e pseudo tifosi laziali di qualche settimana fa, che con un po' di attenzione in più da parte di chi deve vigilare, potevano forse essere evitati, sembra quasi che al palermitano sia stata affibbiata un'etichetta, che è stata successivamente tatuata, come una lettera scarlatta, per colpa di un centinaio di tifosi che hanno lanciato in campo fumogeni e petardi in occasione di Palermo - Lazio. Ma esistono delle leggi per incidenti di questo tipo e, contro l'Atalanta, il Palermo ha già pagato le proprie colpe, giocando a porte chiuse. Vicende come questa, anche molto più gravi, sono successe in tutti gli stadi d'Italia e non ci pare che in quelle circostanze ci siano stati strascichi di questa portata. E' bene ricordare che nello stadio di Palermo e fuori da esso, non è mai morto nessuno a seguito di scontri, anche perché questi ultimi, nella storia del club, si contano sulle dita di una mano, sono stati di poco conto, e risalgono a moltissimi anni fa; inoltre, dagli spalti del Barbera non è mai volato un motorino, nessun ultras ha costretto i propri giocatori a togliersi la maglia o a far sì che la partita venisse sospesa; infine, nel 2013, i tifosi del Palermo si sono aggiudicati il Trofeo Fair Play "Gaetano Scirea", istituito dal consiglio di Lega, che ha premiato la società che ha ricevuto meno ammende per il comportamento dei propri sostenitori. Questo la dice lunga sulla civiltà del pubblico palermitano, che storicamente è tra i migliori d'Italia. Eppure, adesso, a giudicare dai provvedimenti delle ultime ore, sembra essere diventato la "pecora nera" del calcio nazionale. Ma al di là dalle motivazioni, che a noi sembrano fuori da ogni logica, che hanno spinto gli organi competenti a prendere questo provvedimento, ci chiediamo a cosa serva, a questo punto, la tessera del tifoso, che è stata istituita per garantire maggiore sicurezza allo stadio, facendo una sorta di schedatura. Qual è il senso dei pre-filtraggi, dei tornelli, delle continue perquisizioni di borse, vestiti, sacchetti, all'ingresso dei tifosi negli impianti, durante le quali vengono sequestrati accendini, ombrelli, perfino un bene primario come l'acqua; a cosa serve la presenza dei numerosissimi steward? Se tutto ciò non è sufficiente a garantire l'ordine pubblico e si preferisce inibire l'ingresso non solo agli ultras, ma anche al tifoso comune munito di tessera del tifoso, non resta altro da fare che chiudere direttamente gli stadi e ammettere il fallimento, evitando di mortificare oltremisura una città come Palermo e i suoi abitanti. A tal proposito dispiace constatare il silenzio del sindaco Orlando, che abbiamo provato a contattare tramite il suo ufficio stampa, ma che non ha voluto rilasciare dichiarazioni su questo argomento.

Michele Sardo