Un cantiere aperto
Non è stata una bella partita.
Salernitana-Palermo ha offerto uno spettacolo noioso, a tratti soporifero, per gran parte del match decisamente brutto.
Un non spettacolo, dunque, quello messo in scena nella prima giornata di Serie B da una Salernitana che, almeno sulla carta, potrà dire la sua in questo campionato e dal Palermo di Bruno Tedino, ancora una volta al timone dei rosanero sin da inizio stagione, preparazione inclusa.
Non ci aspettava un gruppo pronto, né tantomeno una tangibile idea di gioco; il calcio d’agosto è da sempre un’incognita sulla quale è rischioso fare affidamento per arrivare a giudizi che quasi sempre si rivelano affrettati.
Il Palermo visto allo stadio “Arechi”, però, dal 1’ al 90’ non ha dato alcun segnale utile a decifrare la sostanza di questa squadra, non una chiave di lettura per immaginare, quantomeno, ciò che sarà quando il rodaggio sarà completo e le gambe pronte.
Pare cosa certa, piuttosto, la precarietà di una compagine che al 26 agosto non si può ancora dire completa. Un cantiere aperto.
Peggio, perché se in entrata quel che è fatto è fatto, resta forte il rischio di veder partire con un last minute interpreti che, al di là dei valori espressi, potrebbero risultare fondamentali per non trovarsi più avanti impreparati.
A partire dalla retroguardia, ieri sera impegnata poco o nulla, che ha in Struna e Rajkovic gli elementi di spicco (sic!) e allo stesso tempo potenzialmente due punti deboli, se è vero (come sembra) che abbiano chiesto di cambiare aria.
È possibile fondare un progetto che miri alla promozione su giocatori scontenti? La risposta appare ovvia.
Così come per Andrea Rispoli, punto fermo fino a due mesi fa, ieri sera relegato in panchina a favore di un discreto Alessandro Salvi.
Si è detto e scritto tanto anche sulla possibile cessione di Mato Jajalo, la cui assenza all’Arechi si è fatta sentire soprattutto in fase di possesso, quando la costruzione offensiva non trovava filtro né sfogo.
E Nestorovski? Che il macedone sia una copia sbiadita del guerriero apprezzato ormai troppo tempo fa non c’è dubbio. Pigro, a tratti svogliato, quasi sempre deconcentrato e nervoso, il capitano del Palermo rischia di diventare un problema per Tedino e per tutto il gruppo. Ma una sua partenza allo scadere, senza alcuna possibilità di sostituirlo - al netto di un mercato degli svincolati che certo non offre pezzi pregiati - potrebbe amplificare le difficoltà, se non altro a livello numerico in un reparto che avrebbe in Puscas l’unico attaccante di ruolo.
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Lavori in corso, dunque, in un Palermo che dovrà essere guidato con attenzione dal direttore Foschi, chiamato a valutare attentamente come portare a termine il mercato in uscita, e con polso da Bruno Tedino, che ha una seconda possibilità dopo gli errori della scorsa stagione.