Quando il sogno del nuovo stadio si tramuta in un incubo

Tanti gli esempi virtuosi e i modelli da seguire. Ma la costruzione di un nuovo impianto sportivo non è sempre un successo.

Quando il sogno del nuovo stadio si tramuta in un incubo

Costruiamo il nuovo stadio: una massima, una regola da aggiungere per guardare al futuro, una volontà che si ripete come un destino al quale solo i più stolti si negheranno.

 

Non mancano gli esempi virtuosi e i modelli vincenti: in Germania ed in Inghilterra è un meccanismo innescato da tempo; in Italia, soltanto Juventus, Sassuolo e Udinese hanno investito su una nuova casa di proprietà, ma l’effetto positivo ha smosso le acque del palcoscenico calcistico italiano e sono diverse le società che si stanno muovendo in questa direzione, come la Fiorentina, che ha già presentato il progetto, e le americane Bologna e Roma.

 

Ma non è sempre un successo. E senza le dovute contromisure, il sogno della costruzione di un nuovo stadio può tramutarsi presto in un incubo.

 

È il caso del Corinthians, storico club di San Paolo, che ha inaugurato il nuovo impianto in occasione delle Olimpiadi del 2014.

Il progetto prevedeva un investimento totale di 250 milioni di euro, coperto per il 50% da un finanziamento del BNDES (Brazilian Development Bank) e per la parte restante da incentivazioni di natura fiscale della Prefeitura di Sao Paolo.

 

Nessuna delle iniziali previsioni si è però avverata: i costi extra sopraggiunti durante la realizzazione dell’impianto hanno fatto lievitare la spesa a 355 milioni di euro (+43% rispetto alla previsione iniziale), a cui si aggiungono gli oneri finanziari del prestito contratto con la Caixa Federal. Si giunge così ad un totale di 485 milioni di euro, quasi il doppio del preventivo.

 

Il club di San Paolo, già in crisi finanziaria, ha ottenuto una rinegoziazione del finanziamento, estendendo la scadenza al 2036 grazie alla riduzione della rata mensile da 1,5 milioni a poco meno di 900 mila euro.

 

Anche quello che sarà il nuovo Palermo guidato da Paul Baccaglini avrà la sua casa. Il nuovo presidente rosanero ne ha parlato a più riprese: le infrastrutture sportive sono il fulcro del progetto che dal 30 aprile (termine ultimo per il passaggio del 100% delle azioni del club) proverà a rilanciare il nome ed i colori del Palermo Calcio.


L’auspicio è che non si inciampi in errori, sviste, rallentamenti che possano comprometterne la realizzazione, ora che le condizioni sembrano finalmente favorevoli.