Palermo-Venezia, biglietto di sola andata

Un destino che assume i contorni di un deja-vu. Nella speranza di assistere ad un epilogo diverso.

Palermo-Venezia, biglietto di sola andata

Mentre il Venezia festeggia con tre turni di anticipo la promozione in Serie B, il Palermo dà l’addio alla Serie A già a 7 giornate dalla fine del campionato. 

Un epilogo già scritto ad agosto, fortemente voluto e messo in scena con la campagna acquisti estiva che mise in fuga Ballardini - l'allenatore fresco di una miracolosa salvezza - e rafforzato poi a gennaio con un ulteriore indebolimento dell'organico, frutto di apparente incompetenza, in realtà di ben studiate manovre di mercato che ai più appaiono sconsiderate. Il tempo, come sempre, chiarirà. 

 

Venezia-Palermo 15 anni dopo: si consuma una commedia sportiva che in molti avevano paventato. 

Lungimiranti diremmo oggi. In realtà bastava vedere le premesse, per capire che alla lunga il destino dei lagunari sarebbe stato, un giorno, quello del Palermo.  

 

Quando Zamparini in fretta e furia dismise quella squadra, svuotandola di ogni contenuto e valore tecnico per compiere il famoso travaso, i palermitani, noi tutti, ebbri delle sue promesse e ammaliati dal miraggio di un sogno che ci lasciava intravedere un futuro radioso, ben poco ci curammo delle sorti di una Società che da lì a poco sarebbe fallita.

Eppure c’erano tutti i presupposti per intuire che la sorte toccata ai veneziani sarebbe stata la stessa che oggi tocca a noi.

 

Ma come tutti gli innamorati all'inizio di un amore, si diventa sordi e ciechi anche di fronte alle evidenze. 

Il documento della Lega che squalificò Zamparini e Dal Cin dopo la vendita del Venezia per illecito sportivo è ancora lì, nero su bianco su Internet. Il Web non cancella nulla. La nostra memoria, forse, sì.

Ma a noi tutto questo poco interessava, e che il Venezia fosse svuotato e poi ceduto pieno di debiti, e poi ancora fallito, non era notizia che ci riguardasse. Noi avevamo una promozione da festeggiare. 

 

Pazzi di felicità, abbiamo vissuto un sogno. E che sogno! 

Anche se pochi saggi, già dalla cessione di Toni, cominciarono ad intravedere quale fosse in realtà il famoso progetto tecnico di Zamparini. Obiettivamente, era ancora troppo presto per capire un piano che anno dopo anno ci avrebbe condotto in un pozzo senza fondo. 

 

Adesso siamo arrivati alla fine. Molti si chiedono se Baccaglini sarà il prossimo Dal Cin. Non lo sappiamo.
Le ultime uscite del presidente sono apparse meno brillanti del solito, la sua verve meno accesa.

Di certo Zamparini ci sta riportando nel limbo, in una condizione peggiore di quando aveva rilevato il Palermo da Franco Sensi.

Questa squadra, la sua squadra, espressione delle sue incrollabili certezze tecniche, non rappresenta in nessun modo Palermo e i palermitani. Hanno ricoperto di vergogna un’intera città.

Mai il Barbera era stato umiliato così, nemmeno quando si era “poveri”.

 

Ieri, soltanto il palermitano Simone Lo Faso ha avuto guizzi di lucidità, amor proprio e dignità; il resto dei suoi compagni è meglio, molto meglio che si tolga quella maglia e non la indossi più.

L’alibi di un presidente capriccioso, despota, mangia-allenatori non funziona. Tutti colpevoli, nessuno puó essere assolto.

 

Chi ha avuto il coraggio, si è tirato indietro ed è andato via, a testa alta e con dignità.

Adesso è davvero venuto il tempo che i giocatori, attori di uno scempio assurdo, tacciano. E che il regista di questa disfatta dica realmente quali siano le sue intenzioni.