Palermo, Serie D e ricordi rosanero. Parla Brienza

Palermo, Serie D e ricordi rosanero. Parla Brienza

 

 

Storico giocatore del Palermo, Franco Brienza lo scorso anno ha giocato in Serie D con la maglia del Bari prima di dire addio al calcio giocato.

 

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex giocatore rosanero ha così parlato della sua esperienza nella quarta categoria italiana:

 

«La Serie D? L'ho fatta una volta e mi è bastato - sorride Brienza al telefono dalla sua Ischia -. È proprio un altro calcio da quello che, per fortuna, ho giocato a lungo e spesso i campi sono...irregolari, per usare un eufemismo".

 

PALERMO

«Forse non ha l'organico del Bari della passata stagione, ma ho visto che si è ricreato tanto entusiasmo intorno alla squadra, primo e indispensabile requisito per risalire. Il secondo è partire bene. E il Palermo ha già messo in cassaforte un paio di vittorie. A Roccella può concedere il tris e, magari, prendere il volo».

 

SANTANA E LANGELLA

 

«Mario mi riporta inevitabilmente indietro nel tempo. Abbiamo giocato insieme nel Palermo. È più giovane di me (Santana ha 37 anni,), avrà modo di divertirsi ancora un po'. Intanto aiuterà il Palermo a tirarsi su. Langella? Un ragazzo intelligente, di prospettiva. Può fare tranquillamente la C, sarà utilissimo al Palermo come lo è stato al Bari. Sotto l'aspetto tattico, credo che renda di più in un centrocampo a 3».

 

RICCIARDO E PERGOLIZZI

«Non lo conosco, parlano per lui la stazza imponente e i 20 gol di Cesena. Per vincere un campionato, serve come il pane chi la mette dentro. Pergolizzi? Pensate, per qualche mese è stato mio allenatore proprio a Palermo. E l'ho avuto anche ad Ascoli, era il vice di Pillon. È il tecnico giusto, ama la maglia rosanero».

 

RICORDO DI PALERMO

«Cosa mi è rimasto di Palermo? Innanzitutto, il ricordo della città. Sono stato benissimo. Sul piano calcistico poi, al Palermo devo tantissimo. Da quelle parti le ho provate proprio tutte: la Serie C, la B, la massima categoria e poi l'emozione della Uefa. Un periodo di grandissime soddisfazioni professionali che mi ha spinto addirittura in Nazionale».

 

NAZIONALE

«Rimpianto Nazionale? Già, nel 2005 facevo parte del giro azzurro. Magari avrei avuto qualche chanche per i Mondiali con la rosa dell'allora Ct, Marcello Lippi, portò a vincere in Germania il titolo. Ma, proprio durante l'estate, Guidolin lasciò la guida del Palermo. Gli subentrò Del Neri e rimasi, purtroppo per me, "stretto" nel suo 4-4-2».

 

PALERMO: PREGI E DIFETTI.

«Quelli delle grandi piazze del sud. Tifosi molto passionali. Se vinci sei un campione, se perdi tutto diventa un dramma».

 

BRIENZA OGGI

«Fin da bambino ho sempre e soltanto giocato al calcio. Ovvio che ora sia tutto cambiato, diverso per me, come una nuova vita o quasi. Ho smesso da poco, devo ancora abituarmi ad una nuova dimensione. Mi è rimasta dentro l'energia, la mentalità del calciatore. Ci vorrà tempo per smaltire questa cosa, mi aiuterà il nuovo incarico che mi è stato affidato nel Bari da dirigente. In fondo, sarà come cominciare una nuova vita».

 

 

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