Palermo, sconfitta "utile": messi a nudo problemi già noti
Dopo la (leggera) sbornia della Coppa Italia, l’ambiente Palermo è tornato sulla terra: la sconfitta maturata al 90’ a Brescia, che non può generare drammi, deve comunque far sorgere i primi interrogativi in seno alla squadra.
Partiamo, però, dal buono che si è visto. La squadra di mister Dionisi per i primi 60 minuti ha giocato bene. Traspare nettamente l’idea di calcio dell’allenatore senese, volta sempre alla verticalità e all’aggressione alta dell’avversario. Sarebbe ingiusto negare che la strada intrapresa dal Palermo sia quella giusta, per quanto riguarda il gioco. Inoltre c'è ancora qualche pedina da aspettare e da conoscere meglio, come Pierozzi ed Henry che daranno una grossa mano.
Detto questo, ci sono delle riflessioni da fare per quanto riguarda il materiale umano a disposizione, partendo in special modo dalla retroguardia. Bisogna, inoltre, partire da un dato: la difesa rosanero l’anno scorso ha preso più di 100 gol. Ieri sera i titolari sono stati Diakitè, Nedelcearu, Nikolaou (unico volto nuovo) e Lund, e hanno ballato parecchio.
Non è la sconfitta di Brescia che può decidere le sorti delle strategie di mercato, ma sono stati rimessi a nudo problemi già noti. Appare di assoluta urgenza l’ingaggio di un centrale forte e di esperienza (Lucioni è ancora ai box e l’età lascia sempre più interrogativi) e anche di un terzino sinistro che abbia doti difensive più spiccate di quelle di Lund, che in partite simili a quella di ieri va in grande difficoltà.
Infine, urge l’arrivo di un esterno d’attacco già pronto. Nella giornata di ieri Insigne e Di Francesco non sono riusciti ad incidere, e il solo Di Mariano dalla panchina non può bastare. Certo, c’è Appuah ancora da scoprire e Vasic utilizzabile da esterno, ma sembra comunque troppo poco. C’è tempo fino al 30 agosto per risolvere queste criticità, sarebbe un rischio inaccettabile non farlo, dato che l’obiettivo è il ritorno in Serie A.