Palermo, tra ricordi e attualità. Tutto pronto per il Licata

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Sarà una domenica da mille e una notte in quel di Licata. Era il 4 novembre del 1990 quando il Palermo planò sul Dino Liotta vincendo per due reti a zero, nell'allora Serie C-1.

Dopo trent'anni esatti, il Palermo torna sul manto erboso agrigentino e lo fa da primo della classe. In tale contesto, la città si prepara a fare gli onori di casa ai tanti tifosi rosanero che seguiranno la squadra: si prospetta un autentico esodo.

 

D'altronde nella gara di andata, la tifoseria gialloblu rese omaggio alla capolista con uno striscione eloquente: "Rispetto per chi ha fatto la storia della Sicilia intera. Licata saluta il Barbera".

Un rapporto ancestrale tra le due tifoserie che sarà confermato anche nel match di domenica prossima. 

Ciò detto, l'attualità racconta di un Palermo in uno stato di grazia, che arriva al Liotta per centrare la sesta vittoria consecutiva nel girone di ritorno. 

 

In tal senso Rosario Pergolizzi - nella consueta conferenza stampa della vigilia - ha suonato la carica, "se noi giochiamo da Palermo non ce n'è per nessuno". Queste le parole del tecnico rosanero che ritrova (quasi) tutta la rosa al completo. 

Inizia così la meditazione introspettiva sull'undici da disegnare nel salotto licatese. 

Provando ad entrare nell'inconscio del mister, ipotizziamo il consueto 4-3-3 con Pelagotti tra i pali, difesa composta dal rientrante Lancini e Peretti al centro, con Crivello dirottato sulla corsia di sinistra a causa del forfait di Vaccaro (out 15 giorni) e il recuperato Doda sulla consueta retta di destra. 

 

Il centrocampo non dovrebbe subire particolari modifiche: Martin - anche se in vistoso calo di rendimento - in cabina di regia, coadiuvato da Martinelli e dalla spensieratezza di Langella.

Tutt'altro che prevedibili le scelte in attacco: dei tre che hanno regalato sorrisi nelle ultime settimane, il solo Floriano ha la sicurezza del posto. Infatti Pergolizzi potrebbe decidere di far tirare il fiato al giovane Felici, pronto Silipo ormai autentico pupillo del popolo rosanero. Mentre Ricciardo - recuperato dal problema che lo ha tenuto fuori più di un mese - freme per tornare in campo dal primo minuto.


 

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