Nuova istanza di fallimento: i pm valutano

Nuova istanza di fallimento: i pm valutano

 

Il Palermo questa sera scenderà in campo per l'importante sfida di alta classifica contro il Benevento, ma per i rosa sarà una giornata importante anche dal punto di vista giudiziario. Stamattina infatti il Gip di Caltanissetta Antonia Leone ascolterà l'ex presidente rosanero Giammarva e il giudice Sidoti, sospesi per un anno proprio dal Gip per l'inchiesta sul presunto pilotaggio dell'esito dell'istanza di fallimento del Palermo Calcio.


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 Gli interrogatori di oggi seguono quello già effettuato, nella giornata di ieri, al magistrato Fabrizio Anfuso. Come scrive Riccardo Arena per il Giornale di Sicilia: «Pure per l'ex Gp - oggi in Corte d'appello - è in ballo una sospensione dal servizio, chiesta dal pm Claudia Pasciuti e su cui il giudice Leone ora potrà decidere. Anfuso ha risposto alle contestazioni che lo vedrebbero al centro di una serie di rivelazioni di segreti delle indagini, a proposito delle richieste di arresto presentate dalla Procura nei confronti di Zamparini. Fughe di notizie - destinatario il giudice delegato del fallimento, Sidoti - che avrebbero consentito a Giammarva e a Zamparini di studiare le mosse più opportune per evitare le misure cautelari».  

 

Il nodo della vicenda sarebbe legato alla figura di Francesco Palazzolo, avvocato appena iscritto all'albo e fratello di Vincenza Palazzolo che secondo i pm nisseni sarebbe molto vicina a Sidoti, e al tentativo di quest'ultimo di coinvolgerlo nella difesa del Palermo per il caso-Frosinone e per assistenza penale a Zamparini, richiesta poi declinata da Palazzolo. Stando a quanto sospettano i pm di Caltanissetta Sidoti avrebbe richiesto favori per i Palazzolo dopo il rigetto dell'istanza di fallimento del Palermo, con Vincenza poi nominata nel comitato etico del club rosanero che vede come presidente Andrea Vincenti e Andrea Passananti come altro componente. Un vero e proprio comitato "su misura" con un compenso di seimila euro annuali per tutti i componenti, progetto poi saltato per via della mancata promozione in Serie A, ma per poter sussitere il reato di corruzione è sufficiente constatare la promessa dell'utilità.

 

Arena continua la sua disamina per il Giornale di Sicilia scrivendo che: «Sidoti non sarebbe stato super partes, avrebbe avuto contatti con Giammarva, che conosceva molto bene già da prima, durante tutta la procedura fallimentare. Si sarebbe dovuto astenere, afferma l'accusa. Non avrebbe dovuto dare consigli alla difesa del Palermo. Soprattutto anche dopo che la questione si era conclusa col decreto di rigetto dell'istanza presentata dalla Procura diretta da Francesco Lo Voi, non avrebbe dobuto chiedere nulla a Giammarva, né il pass per posteggiare allo stsdio né i biglietti in tribuna per gli avvocati Palazzolo, il marito e il suocero di lei». Si continua adesso a discutere sul fatto che queste cose possano essere effettivamente riconosciute come reati, ma lo stesso Sidoti ha già ammesso, nel suo sfogo alla collega Raffaella Vacca ricavato dalle intercettazioni, di aver commesso errori su errori e di non voler "finire nel tritacarne". 


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"Attento al suo telefono" sarebbe una delle frasi intercettate dai finanzieri pronunciata da Vincenza Palazzolo al fratello e che ha come soggetto Giovanni Giammarva. Il fatto che questa frase possa fare riferimenti all'intercettazione a carico dell'ex presidente rosanero mette il giudice nella situazione di aver rivelato un'informazione assolutamente riservata, e anche Sidoti è sospettato di aver girato a Giammarva informazioni in merito ai possibili ed imminenti arresti per Zamparini ma il tutto, seppur le tempistiche possano essere considerate sospette, non dà comunque nessuna certezza all'accusa.

 

Tema centrale di tutta la vicenda rimane tuttavia quello del fallimento del Palermo Calcio. Sidoti, nonostante fosse intercettato via telefono, telecamere e microspie, ha espresso apertamente con tantissime persone la propria opinione in merito all'istanza, dicendo ad esempio ad un collega che si trattava di: Un lavoro indecente della Procura. Si misero nelle mani di questi consulenti, della Guardia di Finanza, che su queste cose ha sbroccato completo. Aspettiamo di vedere tutti gli atti, ma lì in udienza, proprio la senzazione di pochezza, di inadeguatezza... questi non sono i processi penali, che vai e te la discuti in dibattimento... la stessa consulenza sbaglia calcoli matematici". E sempre Sidoti continua, nella conversazione alla collega Vacca del 31 dicembre 2017: "Cercherò di fare l'impossibile per salvare la situazione. Perché francamente non è solo il problema della catastrofe in sé, il problema è che non ci sono creditori che stanno bussando alla porta..."

 

Stessa linea adottata anche da Daniele Santoro, ma un collega commercialista aveva istigato il dubbio a quest'ultimo che il fallimento dovesse essere esteso non soltanto al Palermo Calcio ma a tutto il gruppo Zamparini, e che la competenza quindi non dovesse essere più del tribunale del capoluogo. Non si capisce ancora se tutti questi elementi possono realmente riaprire l'istanza di fallimento rigettata, ma i pm nisseni ne stanno valutando le condizioni e quella che Sidoti ha definito una "catastrofe", a giorni dal possibile closing, potrebbe trasformarsi in un'ipotesi concreta.