Nessuno tocchi Iachini (e Zamparini)

Beppe, nato per le sfide. Maurizio, strategie instabili, ma è il più grande. Uniti da un muro di carta velina, solido come un pilastro.

Nessuno tocchi Iachini (e Zamparini)

Nessuno riesce ad entrare nella testa di Zamparini. Forse neppure lo stesso Zamparini. Difficile capire se in lui prevalga la convinzione o l’impotenza. Sicurezza nel vedere che, tutto sommato, la squadra, al di là di Dybala e Gilardino, può rispettare il programma salvezza; o impossibilità di trovare alternative alle sue, a volte incomprensibili, ispirazioni. Il Palermo “fai da te” non consente neppure il piacere di prendersela col tecnico. Anche perché nel caso di Iachini, un muro di carta velina, solido come un pilastro, li unisce. Zamparini deve al tecnico gratitudine. E rispetto per il lavoro svolto, cominciato dalla B, a suon di record. Non illudiamoci. Non esiste delitto perfetto, come non c'è Zamparini senza colpi di testa. Soprattutto con gli allenatori. Da Ezio Glerean a Rino Gattuso, tutti i migliori, tutti figli suoi. Uno scalpo dopo l’altro, allenatori condannati, dead man walking, uomini morti in marcia.

Il primo della lista fu “L’uomo in più” del 3-3-4 a cui si ispirò il regista Paolo Sorrentino, per il debutto, il tecnico gentiluomo, colpevole solo di percorrere una strada che ad un certo punto si sarebbe incontrata con quella di Zamparini. Il campionato di Glerean durò una sola giornata neppure un primato considerata la fine di Pioli. Iachini legge e si tocca, superstizioso com'è. Il tecnico, che ama ripetere una frase di Carletto Mazzone: Non sono padre Pio, in effetti i miracoli li fa. Ogni anno con una squadra debilitata da pesanti cessioni, quattro attaccanti in due stagioni, Hernandez, Lafferty, Dybala, Belotti; due capitani, Barreto e Munoz .... Dunque, nessuno tocchi Iachini. E ... Zamparini. Già, Zamparini e Iachini. Entrati nella leggenda del Palermo. Uno come il più grande presidente della storia; il tecnico per i risultati straordinariamente importanti, per avere risanato la società e come il più longevo dell'era Zamparini. Che, con Zamparini, non significa necessariamente stabilità. Per sua fortuna, Beppe è nato per le sfide.

Nella foto di Pasquale Ponente, il tecnico Iachini ringrazia e saluta il ''popolo'' del Barbera.