Montesano: «Palermo può farcela. Lì ho lasciato il cuore...»
L'ex rosanero ritiene che l'Empoli sia più scarso del Palermo e che salvarsi ancora si può
Palermo- Cagliari ultima chiamata per i Rosanero, che a nove giornate dal termine, possono ancora sperare di accorciare la classifica sull’Empoli, per cercare di giocarsi poi il tutto per tutto nell’ultima gara casalinga contro i toscani. Abbiamo chiesto a Gianpaolo Montesano , ex doppio di turno, che partita si aspetta e se, a suo avviso, il Palermo può farcela.
«Il Cagliari è una squadra discreta, leggermente superiore ai rosa, i valori si equivalgono.
Sarà una partita difficile per il Palermo, perché viene da molti risultati negativi e disastrosi ed ha fatto pochissimi punti. L’ultima partita che ho visto è stata quella con il Napoli, un'ottima gara e credo che forse il Palermo meritasse addirittura di vincere. Pensavo che la squadra fosse ripartita, che con l’arrivo di Lopez fosse in crescita, poi c’è stato un nuovo flop, il gioco si vede poco, ma quella contro il Cagliari è una partita che si deve vincere a tutti i costi, loro sono ormai salvi, secondo me la speranza deve essere l’ultima a morire, anche perché l’Empoli non riesce ad emergere, continua a perdere. Per questo dico “forza Palermo, continua a lottare, perché ce la puoi ancora fare”. Pescara e Crotone sono spacciati. L’Empoli è più scarso del Palermo, non riesce più a fare punti, non capisco come mai nessuno approfitti di questa situazione. »
Per Montesano la partita evoca tanti ricordi, il giocatore infatti ha vestito entrambe le maglie, anche se, ci ha confessato, che i momenti più esaltanti della sua carriera li ha vissuti in maglia rosanero.
«Palermo mi ha dato tutto, la notorietà e la possibilità di esprimermi anche se non ero un fenomeno. Sono andato via con il rimpianto di avere sfiorato una promozione in serie A, quello fu per me l’anno più importante della mia carriera, la squadra giocava per la maglia, per la città e per i tifosi. A Palermo ho lasciato il cuore, ho molti amici e tanti bei ricordi. A Cagliari è stato bellissimo il primo anno, ho disputato un discreto campionato realizzando 7 reti, poi nella stagione successiva siamo retrocessi, ma la gente non ci contestò perché sapeva che c’erano problemi societari incredibili. »
Si racconta che in gioventù Montesano le sparasse un po’ grosse, tanto che il suo compagno di squadra Erminio Favalli lo soprannominò “Bugia”
«Quando sono arrivato a Palermo avevo 21 anni, ero molto giovane e sicuramente qualche stupidata l’ho fatta e qualche bugia l’ho detta. Erminio era un grande ed era un amico. Mi ha portato qui e poi ad Udine, dove ho giocato con Zico e sono state per me grandi soddisfazioni. »
Pietro Vierchowod disse di lui: è stato il giocatore più forte che abbia mai affrontato, uno come lui non l'ho più incontrato. Per Montesano il merito della sua crescita professionale è da attribuire certamente alla squadra rosanero.
« Se mi sono affermato devo dire grazie alla città di Palermo ed ai tifosi. Eravamo un gruppo di ragazzi che giocavano per la maglia e non per i soldi. Personalmente giocavo per il pubblico e per me stesso, mi piaceva il dribbling, avevo molta fantasia, mi divertivo e facevo divertire, anche se non ero quel giocatore che poteva cambiare la partita. Oggi non c’è più divertimento perché il calcio è diventato solo fisico, c’è poca qualità e molta quantità, ma il calcio è un gioco e come tale dovrebbe restare. La gente va allo stadio per divertirsi, ma non c’è più quell'attaccamento alla maglia che avevamo noi, si gioca solo per i soldi.
A Palermo torno spesso in vacanza per trovare gli amici, ma non tornerei per lavorare nel club, sono ormai fuori dal giro, sono in pensione, sono nonno ed ho il mio centro sportivo. Preferisco restarmene a vivere sul Lago Maggiore »