Caso Parma, la sentenza in serata. Lo sfogo di Calaiò
È terminata alle 16 l'udienza sul ricorso presentato da Parma, Calaiò e Palermo di fronte la Corte d'Appello Federale.
L'attaccante palermitano, mittente degli sms a De Col alla vigilia di Spezia-Parma, ha così parlato di fronte ai giudici: «Dispiace sia stato infangato il mio nome e quello della mia famiglia per dei messaggi, non ho mai pensato di mandare messaggi per un secondo fine. Lo giuro sui miei figli, io sono una persona corretta, sono sempre stato un esempio per i giovani per la mia professionalità».
L'Arciere è stato condannato in primo grado alla squalifica per due anni; il club ducale penalizzato di 5 punti nel prossimo campionato: «Vorrei finire la mia carriera come l'ho iniziata - ha detto l'attaccante - professionalmente, correttamente e con la limpidezza che mi ha sempre contraddistinto. Se avessi voluto alterare una partita, sicuramente non lo avrei fatto con Whatsapp ma da Parma a La Spezia sono un’ora di macchina e sarei andato lì di persona».
In serata è attesa la sentenza della Corte d'Appello.
Oltre a Calaiò e all'avvocato Eduardo Chiacchio, presente l'a.d. del Parma Carra.