Brunori cuore e sacrificio: la doppietta speciale del capitano contro ogni critica

Brunori cuore  e sacrificio: la doppietta speciale del capitano contro ogni critica

Matteo Brunori, ormai da tempo, non è più soltanto il centravanti del Palermo. Oggi potrebbe sembrare una ovvietà, eppure, nell'estate del suo trasferimento in rosanero, il suo compito era semplicemente di fare gol e neanche tanti gliene si chiedevano, tutt'al più (grasso che cola!) la doppia cifra. D'altronde, le aspettative non potevano essere alte, anzi, Brunori arrivava da una stagione deludente a Chiavari (appena 2 reti in tutta la stagione) e appariva ai più come il "Piano B" di Cianci, che neanche lui pareva essere un fuoriclasse.

E poi cosa è successo? Che è semplicemente cambiato tutto, che Brunori si è conquistato prima la fiducia di tutti - compagni, dirigenza, tifoseria - poi la promozione in Serie B da protagonista, miglior giocatore e capocannoniere con 29 reti e assieme la fascia di capitano e un pezzo di storia di questo club. E oggi, così, non è più banalmente il finalizzatore della squadra, ma è il simbolo di quel gruppo, l'elemento più rappresentativo, il più studiato dagli avversari e, spesso, il più contestato dalla piazza.

Oggi di Brunori si analizza ogni dettaglio: le giocate, i movimenti, gli sguardi e ancora le risposte ai giornalisti in conferenza stampa, come stringe la mano al compagno prima di lasciare il campo, le espressioni del viso (perché tanti dicono che non sorride mai) e via discorrendo. Così, per rispondere ai mugugni di certuni - che in realtà non meriterebbero alcuna replica -, appare evidente che neppure 57 gol e 11 assist in poco più di cento presenze potranno bastare. Serve di più e Brunori non si tira indietro, in fondo ha sempre amato le sfide difficili.

Contro il Bari, il numero 9 ne ha dato ulteriore dimostrazione. Sapeva già che difficilmente avrebbe trovato il gol, marcato così stretto dalla difesa avversaria, e si è così tolto lo smoking per mettere i panni sporchi: ha lavorato palloni complessi, ha consentito di avviare diverse ripartenze e, soprattutto, ha salvato due conclusioni praticamente sulla linea della porta. Forse qualcuno vorrà dire ancora che non è umile, che vuole soltanto fare il protagonista, che non accetta le sostituzioni, che odia vedere segnare i suoi compagni. Eppure la realtà racconta una storia diversa e quando Brunori è assente - come a Catanzaro d'altronde - non notarlo è impossibile. Lo scrivemmo già al suo primo anno e tanti non vollero crederci, allora lo riscriviamo oggi: non è solo un fatto di gol, Brunori per questo Palermo è molto di più.