Baccin: "Vazquez in nazionale è un riconoscimento per tutta la squadra. Proveremo a tenerlo a giugno"

Nel corso di un'intervista rilasciata a Radio Sportiva, il responsabile dell'area tecnica del Palermo Dario Baccin ha parlato dell'andamento della squadra e delle voci di mercato che vorrebbero Vazquez e Dybala in partenza già a giugno.

A proposito del Mudo, Baccin ha esordito affrontando uno dei temi caldi di questi giorni: la questione, sollevata da Mancini, degli oriundi in nazionale: «Credo che l’Italia dopo Camoranesi si sia allineata a tutte quelle che sono le nazionali europee. Non ci vedo nulla di male. Vazquez sta facendo un campionato straordinario e siamo orgogliosi della sua convocazione. È un riconoscimento del lavoro di tutta la società».

Compagno di squadra e di reparto, anch'egli italo-argentino, Dybala ha fatto però una scelta diversa rispetto al Mudo, rifiutando di vestire la maglia azzurra: «Sono scelte personali. Vazquez si è sempre sentito soprattutto italiano, perché la mamma è italiana e ha sempre avuto un certo rapporto con la città di Padova. Magari per Paulo è diverso e per questo ha fatto una scelta differente».

Proprio i due argentini sono in queste settimane nell'occhio del ciclone per tutta una serie di voci di mercato che li vorrebbero in partenza già a giugno. A questo proposito Baccin afferma: «L’idea del presidente è quella di dare a Paulo la possibilità di misurarsi nel calcio dei grandissimi, mentre Franco vorremmo tenerlo ancora un anno e godercelo ancora un po'. Le vie del mercato sono imprevedibili, queste sono le intenzioni e speriamo di riuscire a fare quello che abbiamo nella testa».

C'è spazio anche per parlare dell'andamento della squadra che nelle ultime giornate ha subito un'inaspettata inversione di tendenza: il Palermo non vince da cinque turni e, al di là dei risultati, sembra attraversare un calo tanto fisico quanto psicologico. A questo proposito il responsabile dell'area tecnica rosanero dichiara: «Di sicuro c’è stato un rallentamento, non parlerei di frenata per una squadra come la nostra che punta alla salvezza e ora si trova a +14 dalla zona calda. Abbiamo mantenuto a lungo un ritmo esaltante, è chiaro che vedendo una classifica così ci può essere stato un pizzico di rilassamento. Però io guarderei oltre ai risultati il rendimento offerto e cancellerei solo il primo tempo col Chievo, negativo sotto tutti i punti di vista. In tutte le altre partite, compreso il secondo tempo coi veneti, abbiamo fatto bene: nella ripresa al Bentegodi abbiamo preso l’ennesima traversa, con la Juve abbiamo perso 1-0 concedendo un solo un tiro in porta a una squadra che ha demolito il Borussia pochi giorni dopo, inoltre abbiamo pareggiato zero a zero con Empoli e Cesena, due squadre che stanno molto bene. In Romagna era uno scontro salvezza, era importante soprattutto non perdere e noi abbiamo subito anche poco dal punto di vista delle occasioni. Giocare lì, con un ambiente caldo e il terreno sintetico non era facile, hanno sofferto anche le squadre più importanti del campionato».

Infine qualche battuta anche sul reparto difensivo, spesso sotto accusa in questa prima parte di campionato: «Se la difesa rispetto alla gara con la Lazio subisce meno è anche perché ci possono essere stati degli accorgimenti tattici, ma va ricordato che in questo mese in cui abbiamo raccolto meno dal punto di vista dei risultati sono venuti a mancare Gonzalez, Morganella e Lazaar, tre dei cinque che compongono la nostra retroguardia. È vero che chi ha giocato si è fatto trovare pronto, ma per caratteristiche quei giocatori ci garantiscono soluzioni diverse».

Sonia Melilli