Baccaglini non parla e i tifosi protestano

Il nuovo presidente del Palermo è bersagliato, circondato da domande che hanno bisogno di risposte immediate

Baccaglini non parla e i tifosi protestano

È arrivato a Palermo veloce e inaspettato come un fulmine a ciel sereno; ha fatto il suo ingresso sul tappeto rosso che i tifosi rosanero hanno srotolato per lui con fiducia, per quell’innato senso di accoglienza che contraddistingue questa città.

 

Paul Baccaglini, il presidente social con lo stemma vintage tatuato sul petto, che fa le dirette facebook e risponde ai tifosi, il presidente che incontra le istituzioni e passeggia al mercato della Vucciria, che parla di stadio come casa rosanero e di start-up per il rilancio di un brand che deve avere respiro internazionale: la Palermo rosanero ha vissuto un sogno breve ed intenso. E poi si è svegliata.

 

È bastato l’ennesimo intervento dell’ex presidente Maurizio Zamparini per riportare la piazza con i piedi per terra.

 

Il quasi ex patron rosanero non ha mai abbandonato le scene, ma negli ultimi giorni è tornato con insistenza sotto la luce dei riflettori: prima dichiara conclusa la trattativa (“È fatta), poi lancia l’ultimatum (ora o mai più), infine, ad accordo ratificato, annuncia allenatore e possibili direttori sportivi. E Palermo si ridesta, dal sogno ad una realtà da incubo.

 

Il nuovo presidente del Palermo è bersagliato, circondato da domande che hanno bisogno di una risposta immediata: adesso, apposte le firme, chi comanda? Perché Maurizio Zamparini continua ad avere sembianze e funzioni da padre padrone? La piazza rosanero deve aspettarsi un’altra campagna acquisti alla stregua delle ultime, improduttive se non, in alcuni casi, nocive?

 

Per ricomporre il puzzle manca un tassello: Baccaglini deve uscire allo scoperto, parlare ai tifosi, spiegare cosa succederà da qui alla prima giornata di campionato, se il Palermo verrà iscritto al campionato dal nuovo o dal vecchio proprietario, se le scelte saranno condivise con Zamparini o prese da Zamparini. È anomalo che a ventiquattro ore dal comunicato di ratifica dell’accordo, il nuovo proprietario del Palermo non abbia ancora proferito parola.

 

Intanto, fuori dagli uffici dove si decide il futuro dei colori rosanero, c’è una piazza in costante e sofferente attesa: si parla già di bluff, di complotto, di gattopardi alla riscossa.

 

Monta la protesta, i tifosi si preparano a scendere in piazza per chiedere chiarezza.

 

È un diritto di chi ama questi colori. Ed è un dovere per chi ha assunto la responsabilità di rilanciarli.