Ai tifosi rosanero sono state scippate la dignità e la speranza. E non sognano più

L'attuale situazione societaria che sta portando il Palermo in serie B, costringe i tifosi rosanero a seguire una squadra in piena crisi

Una società calcistica non può essere usata da qualcuno come un feudo personale, fosse anche un presidente o un proprietario. Perchè essa è un universo nel quale si riconoscono tutti coloro che, da tifosi, amano, vivono e trepidano per le maglie indossate   da quei giocatori di turno che da decenni scendono in campo, gestiti da dirigenti che nel tempo vanno e vengono, e da proprietari più o meno competenti,  più o meno venali e spregiudicati. Ma i colori di una squadra restano immutabili e preziosi nel tempo, ed è così anche con il rosa e il nero del Palermo. E a nessuno può essere permesso di trasformarli in un vessillo aziendale, o un'insegna luminosa di un supermercato, senza mettere nel conto e capire che invece sono un contenitore di appartenenza, sogni, passioni e speranze. Invece, purtroppo, da qualche anno il Palermo pare si sia trasformato in un esercizio commerciale, nel quale si annidano un gruppo di signori che perseguono solo scopi di speculazione economica, senza rischiare più nulla del proprio, senza esporsi e  correre, quindi, il giusto rischio imprenditoriale e, quindi sordi a tutte le istanze che, seppure in maniera civile,  provengono dal popolo dei tifosi palermitani. Nelle aspettative logiche dei sostenitori di una squadra è compreso una gestione societaria equilibrata, e non, come avviene attualmente, che non abbia come unico scopo trarre vantaggi economici da una attività speculativa e spregiudicata costruita sulla potenzialità del nome e della piazza. I tifosi si aspettano soprattutto di potere tifare per una squadra competitiva allestita con professionalità e saggezza  da dirigenti che amano i loro stessi colori, e non trovarsi invece a soffrire per una compagine che langue ai margini di un campionato composto da  altre realtà ben più potenti, ricche o gestite da imprenditori più capaci. E, invece, adesso ogni partita è un tormento, un ultimatum all'allenatore di turno,  e i colori rosanero sono indossati solo da calciatori che fungono da sparring partner capaci solo di far divertire tutti gli avversari  che incontrano, ben felici di poter fare un figurone con facilità. Non solo... Oltre al danno la beffa. Avviene anche che dalle stanze dirigenziali arrivino roboanti dichiarazioni, contraddittorie e contrastanti con la realtà vissuta. Vengono rilasciate a destra e a manca,   con la presunzione di chi è convinto  che il popolo al quale sono destinate sia composto da un insieme di idioti e ignoranti, non in grado di capire e discernere ciò che si nasconde dietro  i maneggi e le manovre che le interviste rilasciate ad arte cercano di nascondere o edulcorare. Questa purtroppo è la realtà attuale della Unione Sportiva Città di Palermo S.p.A.

Pippo Maniscalco