Ad Avellino vince il Palermo che vorremmo sempre

Come contro il Carpi, il Palermo reagisce ad una sconfitta interna con una grande prestazione

Ad Avellino vince il Palermo che vorremmo sempre

Un campo difficile, un avversario ostico tanto quanto quello precedente e l’espulsione di Cionek sul finale della prima frazione: le premesse per poter non vincere di nuovo c’erano tutte ma alla fine il Palermo si è imposto alla grande al “Partenio-Lombardi” portando a casa tre punti che valgono, in attesa di Bari-Foggia, il ritorno in vetta.

 

Nonostante un buon ritmo, inizialmente la gara ha stentato a decollare con entrambe le squadre, poco lucide in fase di rifinitura, che si son rese pericolose solamente con conclusioni dalla distanza, come quella pregevolissima tentata da un Jajalo che oggi, dopo una sfilza lunghissima di partite anonime, ha giocato una buonissima gara. A rompere la simmetria ci ha pensato l’auto-gollonzo di Molina dovuto ad un goffo tentativo d’anticipo su Nestorovski: un episodio favorevole, dopo una lunga serie di circostanze sfortunate, su cui il Palermo ha costruito il risultato finale.

 

Dopo il rosso (severo) comminato a Cionek per un entrata comunque irruente la squadra di Tedino aveva un solo modo per spegnere le velleità avversarie, ovvero quello di colpire l’avversario a freddo a inizio ripresa: la provvidenza si manifesta in Igor Coronado lesto nel rubare con un break da mediano palla a Moretti per poi involarsi in fuga per la vittoria verso l’area servendo l’assist per il raddoppio di Gnahorè. Dopo il secondo gol è arrivata la reazione degli irpini, più emotiva che non ragionata, ben contenuta da una concentratissima retroguardia rosanero che non ha fatto passare praticamente nulla.

 

A suggello di una grande prestazione è arrivato il terzo gol di Nestorovski, sentenza di Cassazione dentro l’area di rigore, con un sinistro secco e potente su una bella giocata di Jajalo. L’immediato gol della bandiera degli irpini di Asencio, è figlio di un calo di tensione fisiologico e fa testo il giusto.

 

Nello spartito tecnico disegnato quest’oggi da mister Tedino, con un centrocampo irrobustito dalla presenza di Gnahoré, si è rivisto il Palermo che vorremmo sempre vedere: ben organizzato, gagliardo sotto il profilo dell’atteggiamento e cinico sotto porta. Come già successo dopo la sconfitta contro il Novara anche stavolta è arrivata una grande reazione che dimostra la maturità di un gruppo sul quale, in attesa di capire il futuro societario, bisogna cominciare seriamente a credere.