Zamparini da guinness: esonerato il presidente. Ora chiarezza
Sono tanti i dubbi che pervadono i tifosi.

Durante la sua presidenza ha mandato via giocatori, ha silurato ds e ha esonerato allenatori come se piovesse: a breve la sua collezione potrebbe essere completa e Maurizio Zamparini potrebbe entrare nel guinness dei primati per aver esonerato, da proprietario del Palermo, perfino un presidente.
L'ex iena è stata messa alla porta per non aver dato le giuste garanzie. Coup de théâtre, direbbero i francesi, ma senza lieto fine. Anzi, per i tifosi, l'ennesimo boccone amaro.
A marzo il proprietario del Palermo calcio aveva dichiarato che, al contrario di Frank Cascio, Baccaglini gli aveva fornito tutte le garanzie necessarie per rilevare la società, tanto da aver deciso di anticipare i tempi per il cambio di presidenza. Cos'è cambiato quattro mesi dopo?
La prima tappa che doveva portare al closing era fissata per il 30 aprile ma tutto fu posticipato. La motivazione vi fu data proprio dalla nostra redazione: alcuni investitori, in seguito alla retrocessione, si erano tirati indietro.
Inconcepibile, visto che il Palermo era già ampiamente condannato alla serie B al momento della stretta di mano tra i due imprenditori.
Da allora sono cominciate le corse contro il tempo dell'italoamericano, che a quanto pare è andato in giro per il mondo alla ricerca di possibili investitori.
Qualche giorno fa, sempre per bocca del patron friulano, sembrava che finalmente ogni tassello si fosse messo al posto giusto, ma è evidente che qualcosa non deve essere andata secondo previsioni, visto che ieri tutto è saltato perché, a detta di Zamparini, Baccaglini & co non avrebbero garantito stabilità economica per affrontare i campionati e per gli investimenti per stadio e centro sportivo.
Tra le tante note, scritte sul pentagramma della strana composizione, ecco quella che ci sembra la più stonata: da quando un imprenditore che decide di vendere una società si interessa dei futuri investimenti che il suo successore dovrà fare? Ma l'orchestrazione steccava già all'ouverture: da quando un imprenditore che vende una società cede la sua presidenza prima ancora di essere pagato e, a questo punto, prima di ricevere le giuste garanzie?
Bisognerebbe ascoltare anche "l'altra campana" per farsi un'idea precisa dei fatti, pertanto, fino a quando Baccaglini non si deciderà a parlare (lo farà? ndr) è ancora prematuro trarre giudizi per capire di chi sono le colpe.
Una cosa però è certa: a questa storia mancano dei particolari rilevanti, qualcosa che è stata celata e che è la chiave di volta per capire cosa possa davvero essere successo.
Se così non fosse, è chiaro che a Palermo è stata inscenata una farsa. E ciò sarebbe insopportabile, perché i due protagonisti avrebbero giocato con i sentimenti e la passione di una intera città.
Il popolo rosanero oggi pretende rispetto e chiarezza e vuole sapere il vero motivo per cui un'operazione, data per certa a marzo, oggi è saltata: Zamparini fa i capricci perché è morbosamente attaccato al suo giocattolo? Oppure vuole avere un suo tornaconto sui futuri investimenti? Baccaglini è davvero uno "squattrinato" senza nè arte nè parte o è solo vittima del gioco al rialzo del volubile presidente friulano? Tutte le parole che in questi mesi sono state dette sono frutto di un progetto che è poi fallito o è stata tutta una recita per far capire alla gente che senza Zamparini non c'è un futuro? D'altronde sui social, da ieri, c'è già chi lo scrive. Ma se così fosse, quale sarebbe stato il vantaggio per Paul Baccaglini?
La testa dei tifosi e degli addetti ai lavori è piena di dubbi e di confusione, di congetture e di ipotesi e ci dispiace constatare che al momento l'unico che racconta la sua "strana" verità è Maurizio Zamparini, gli altri spengono i cellulari o addirittura non rispondono, alimentando sospetti che stanno letteralmente avvelenando il popolo rosanero, unica vittima di questa assurda vicenda.
Michele Sardo