Quel tiro al volo dell'esordiente Cavani

Palermo-Fiorentina dell’11 marzo 2007 riempie fino all’orlo un vaso già colmo, destinato a tracimare. La presenza dell’ex Luca Toni rende il colore viola ancora più indigesto al popolo rosanero: un viola che ha lo stesso effetto del rosso per i tori dell’arena. Ci vorrà “il matador” per placarci tutti.

Al 33’ l’episodio incriminato: Guana porta palla a centrocampo, indisturbato, sente un dolore alla gamba, scivola e Adrian Mutu fa quello che non ti aspetti. Ingenui, indossa la maglia viola…

Si impossessa del pallone e si invola verso la porta difesa da Fontana, con i rosa fermi e increduli. La Fiorentina passa così in vantaggio e Mutu esulta trionfante: la caccia all’uomo è aperta.

Guidolin è imbufalito: l’arbitro Messina fatica a contenerlo e lo espelle.Ma non finisce qui: giunto nei pressi della panchina gigliata, il tecnico del Palermo viene invitato dal collega Prandelli ad accomodarsi fuori. Oltre al danno la beffa: tu, ospite, che mi cacci fuori da casa mia.

Il senso di ingiustizia ormai pervade il “Barbera”: sarà acuito al 70’ dall’espulsione di Zaccardo per doppia ammonizione. Intanto, lo stratega veneto ha già messo in campo il suo jolly: sarà il suo asso nella manica. Si chiama Edinson Cavani: ha l’aspetto di un indio ma senza pellerossa. Uruguaiano, nato a Salto come il “cannibale” Suarez, anche lui sa mordere, ma non usa i denti, bensì le caviglie. E la museruola la mette agli avversari

Si presenta così, al “Barbera” ed al calcio che conta, nella giornata del suo esordio in rosanero: al 72’ una respinta ordinaria della difesa viola si trasforma in uno tsunami per il povero Frey. Un tiro al volo potente, preciso, imparabile. Non tracima più quel vaso, che tuttavia torna ad essere colmo, in un equilibrio precario messo a dura prova da altri maltolti. Come la mano di Gila, che ci rese tutti viola: sì, di rabbia…

L'autore cura la pagina Facebook "US Città di Palermo History"