Pergolizzi saluta: «Qualcuno mi ha mancato di rispetto»

Pergolizzi saluta: «Qualcuno mi ha mancato di rispetto»

"Sarei rimasto volentieri, ma ora ci vuole un allenatore più esperto. La piazza lo chiedeva e l’ha fatto capire. Si cerca un nome più importante e con un passato diverso dal mio. Però, non è detto che un “nome” vinca di sicuro". 

 

Sono queste le prime parole del tecnico rosanero del Palermo Rosario Pergolizzi che dalle colonne de Il Corriere dello Sport parla della stagione appena conclusa senza nascondere una certa amarezza per le critiche ricevute durante il percorso. Di seguito una parte dell'intervista. 

 

"Un professionista porta a termine il programma che la società gli affida. La mia missione è compiuta".

 

Il rapporto con la squadra 

"Nel tragitto in macchina da Palermo ad Ascoli, ho ricevuto una decina di telefonate: Ricciardo, Lancini, Pelagotti, Martinelli, Floriano. Quando ti chiamano i grandi, significa che hai lasciato qualcosa nella loro testa. Ho allenato una squadra di persone vere". 

 

Clima avverso

"Da febbraio, quando è venuto fuori il fatto che non sapevo comunicare, ho capito che non sarei stato più l’allenatore. Qualcuno mi ha mancato di rispetto. Non la società".

 

Futuro 

"Il futuro in rosa non mi appartiene, il mio avvenire è altrove. Palermo rappresenta l’apice, il giorno della consacrazione. Una scuola di vita, come aver fatto cinque anni anni in uno". 

 

Esperienza 

"L’amicizia, il rapporto e l’affetto con tutto lo staff: collaboratori, medici, personale: una famiglia. Abbiamo lottato contro un nemico invisibile che voleva portare scompiglio. 

Col senno di poi, accetterei di nuovo Palermo? Tutta la vita!”.


 

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