Per il closing manca la liquidità. Affare a rischio
Dietro al ritardo per il closing si nasconde una difficoltà a trovare liquidità

In tanti si chiedono in questi giorni il motivo per cui non si è ancora giunti al closing. Il giorno "x" è abbondantemente passato e i giorni festivi e domenicali che hanno caratterizzato il mese di aprile non sono più una scusa valida.
Il nocciolo della questione è la liquidità. L'affare prevede infatti dei soldi cash, che il nuovo presidente del Palermo sta cercando di avere nel più breve tempo possibile. Dalle informazioni in nostro possesso si tratterebbe di una cifra vicina ai 10 milioni di euro quella che blocca al momento la trattativa, somma che Zamparini pretende nel più breve tempo possibile per chiudere l'affare.
Si è detto nei giorni scorsi che il costo complessivo di vendita dovrebbe aggirarsi intorno ai 60-70 milioni, di cui una parte (circa la metà) dovrà essere versata in contanti, il resto sarà dilazionato.
Domenica prossima è il termine ultimo che Zamparini e Baccaglini si sono dati per chiudere i giochi. Ma c'è il rischio che per quella data non ci sia ancora il cash e in tal caso è difficile prevedere quale sarà la reazione del vulcanico imprenditore friulano.
Il timore è che, all'ennesima richiesta di tempo, l'affare possa saltare. Naturalmente ci si augura che tutto vada in porto e che finalmente si possa avviare un nuovo ciclo, ma le parole di qualche settimana fa di Zamparini fanno riflettere: «Se non fosse arrivato Baccaglini avremmo messo in piedi un progetto diverso, con una gestione oculata» - ha detto l'ex presidente rosa nero.
Parlava davvero del passato o voleva preparare il terreno per un eventuale nuovo ribaltone?