TRM - Galassi: "Nessuno sarà felice di avere il Palermo ai playoff"

Alberto Galassi, dirigente del City Football Group e consigliere d'amministrazione del Palermo FC, ha rilasciato non solo l'intervista al Giornale di Sicilia (qui il link), ma ha anche parlato ai microfoni di TRM nel corso di una lunga intervista. Queste le sue dichiarazioni integrali:
"Guardi, io sono innanzitutto abbastanza colpito dalla sua domanda perché le scelte tecniche sono degli allenatori, le scelte dello staff tecnico sono dell'allenatore, direttore sportivo. Io non entro e non mi permetto di giudicare il perché o il per come un certo giocatore è stato utilizzato o meno. Credo di avere 13 o 14 anni di esperienza di Manchester City e di gruppo City e non può un consigliere amministrazione sostituirsi a chi di mestiere fa questo specifico. Posso parlare di Matteo Brunori come persona. Posso parlare di Matteo Brunori? Ne parlo molto bene. Io ho un bellissimo rapporto con Matteo. Ci scherzo sempre. Tutte le volte che vengo a Torretta scherzo con lui. Diciamo due battute, ha uno spiccato, tra l'altro, senso dell'umorismo. È un ragazzo per bene, è il capitano di questa squadra ed è fortemente motivato, anzi motivatissimo nel giocare questo mini campionato che inizia sabato. Eh, non mi chieda del passato perché non le do la risposta, non la so e credo che non rilevi. Io credo che oggi la sua domanda su Matteo Brunori era che Matteo Brunori ci aspettiamo nelle prossime partite? Beh, posso dire io lo vedo tra poco, l'ho visto la settimana scorsa prima del Frosinone e ho visto con Matteo Brunori molto determinato, molto carico e molto consapevole del fatto che chiunque incontra il Palermo incontra una squadra tremendamente scomoda, che è il lato secondo me più bello di questi mini torneo. Il Palermo è scomodo per tutti. Credo che nessuno abbia festeggiato la possibilità di incontrare una squadra come questa nei prossimi play-off.
LE PAROLE DI DIONISI
"Guarda, dico la verità, la sento da lei perché non ci avevo fatto nemmeno talmente tanto caso. E ha detto il vero, lui non va in campo. Non so come possono essere state lette diversamente da come lui le abbia pensate interpretate, perché in realtà eh la sua domanda presuppone che lui avesse un certo tipo di atteggiamento nel dirle perché le garantisco che sono cose piuttosto nuove per me. Cioè cosa intendeva? Cosa ho pensato? Cosa avrei dovuto secondo lei pensare quando le ha dette? Adriano Galliani che è un grande amico, io ritengo uno dei maestri unici del mondo del calcio, Adriano Galliani mi disse "Alberto, ricordati sempre che in campo ci vanno gli 11". È vero, alla fine chi va in campo sono i giocatori, alla fine le partite le decidono i giocatori. Non penso per un istante soltanto che Dionisi avesse voluto deresponsabilizzarsi da questo.
LA SCELTA DELL'ALLENATORE
"La scelta dell'allenatore è una scelta del direttore sportivo. In ogni gruppo, ogni società del gruppo City, l'allenatore non lo sceglie nessun altro se non il direttore sportivo della squadra, lo Sporting Director in inglese. Quindi la scelta era in questo caso di Carlo Osti. E io sono molto contento che abbiamo tenuto Dionisi perché vedo che altre squadre che hanno un monte ingaggi superiore al nostro, che hanno cambiato quattro allenatori guidati forse dall'emotività, si trovano una retrocessa, una a giocare un playout e una che ne ha cambiati tre. Il Frosinone si trova a sua volta a giocare un playout. Ricordo che di queste squadre che le ho menzionato due provengono dalla Serie A e una c'era 2 anni fa. Quindi cambiare allenatore sulla scelta emotiva è una cosa che il gruppo City non fa mai. Eh, è una scelta molto ponderata e che facciamo con una difficoltà infinita. È come quasi dover affrontare una separazione matrimoniale. Cerchiamo sempre la composizione amichevole per evitare il divorzio. Noi abbiamo cambiato al Manchester City tre allenatori in 14 anni, eh, Mancini, Pellegrini o in 13 anni, Mancini, Pellegrini e Guardiola. Non lo cambiamo mai a cuor leggero e in ogni caso la scelta del direttore sportivo. Quindi se il direttore sportivo Osti ha ritenuto che l'allenatore fosse giusto fosse Dionisi, la società non solo concorda, sostiene la scelta del direttore sportivo Osti e posso dire, mi sembra che quelli che abbiano cambiato sull'onda delle emotività non abbiano portato dei grandi risultati.
Vede la cosa peggiore che una società di calcio, che una società in generale, io gestisco un'azienda quotata su due mercati, Hong Kong e Milano, può fare è confusione. La società deve fare la società, deve avere una linea, mantenere questa linea. Faccio barche anche quando il mare è mosso, anche quando il vento è contrario. E anche quando tu pensi o ritieni che probabilmente la tua via, la tua rotta sia la rotta meno agevole, la rotta più difficile, la devi mantenere perché se tu perdi di linearità, di indirizzo, di equilibrio e di solidità sulla scelta societaria, finisce per fare una parola inevitabile che si chiama confusione. E quando in una società si crea confusione, i risultati in un campionato dove tra la prima e l'ultima il tasso tecnico è molto basso alle serie B è un campionato di una difficoltà estrema. Forse in Europa, nei campionati cadetti è in assoluto il più difficile. Per me è una A2, non è una B. Beh, quando inizia a fare confusione in Serie B, dove il tasso tecnico tra una squadra e l'altra non è così difforme, perché vede in Serie B tutti vincono con tutti e tutti possono perdere con tutti se lei ci fa caso. Noi abbiamo perso due partite con il Cittadella retrocesso, abbiamo vinto dominando il Sassuolo in casa nostra che aveva una squadra di Serie A momentaneamente appoggiata a un campionato di serie B con cinque o sei giocatori fuori categoria. Bene, in un contesto del genere l'unica cosa che la società deve non fare è confusione perché poi alla fine è un attimo".
INVESTIRE E FATICARE PER LA SERIE A
"Se mi avessero detto l'anno scorso quali sono le società che si giocavano la retrocessione, quali sono nella griglia di partenza di questo grande campionato di Formula 1 equivalente, quali sono i team che si giocano la relegation, beh, le posso garantire, non avrei mai e poi mai detto alla Salernitana del mio amico Iervolini Iervolino, mai e poi mai avrei pensato al Frosinone e le garantisco, avendo lavorato 12 anni a Genova e conoscendo la città e conoscendo la tifoseria e conoscendo la storia, mai poi mai avrei pensato una Sampdoria retrocessa direttamente in Serie C. Quello che facciamo noi qui è difficile, a parte che le cose facili sono stupide, quindi tutto ciò che è bello è difficile nella vita mediamente e senza fatica le cose difficili non si ottengono. Quello che facciamo qui che fare un campionato di Serie B per andare in Serie A e le garantisco, come è vero che sono seduto su questa sedia, che io e lei ci rivedremo con questa squadra in Serie A. Quando sarà, ma sarà in Serie A. Bene, è una cosa con perché la Serie B ha un tasso tecnico paradossalmente molto elevato con l'italiana, è molto bene allenata e il divario di fatturato di incassi tra giocare e militare in Serie A e militare in Serie B è talmente sproporzionato a svantaggio della Serie B per cui tutti vogliono cercare di andare in Serie A. Parma ha speso 300 milioni in varie stagioni per andare in Serie A. Como ha speso centinaia di milioni per andare in Serie A. Pisa ha speso tantissimo e quanti anni sono? Cioè Cremonese sono tanti anni che spinge per andare in Serie A, investe per andare in Serie A. Il Palermo per andare in Serie A dovrà fare investimenti, fare fatica, soffrire e faticare perché la natura della Serie B italiana è questa".
CONFERENZE STAMPA
"Ma contrattualmente a Manchester e in tutti i club del mondo, credo. Spetta all'allenatore la conferenza stampa, spetta all'allenatore. Cioè è lui che deve, ovviamente dopo le vittorie ci vai volentieri, dopo le sconfitte non ci vai volentieri, immagini dopo una sconfitta di Champions League con quale cuore ci puoi andare? Noi ci siamo andati dopo aver perso una Champions League, ci siamo andati dopo aver vinto una Champions League, ci siamo andati aver perso molte partite, dopo aver vinto molte partite, aver vinto il treble tutti i campionati possibili. È il ruolo dell'allenatore e del direttore sportivo. Non è certamente l'idea di mettere un frontman diverso che possa, secondo me, togliere un ruolo che indispensabilmente appartiene all'allenatore della società".
CONTESTAZIONE DEI TIFOSI
Allora, il dissenso va sempre rispettato. Noi rispettiamo molto il dissenso, lo rispettiamo e io parlo di me personalmente in azienda ascolto sempre le opinioni discordanti. E quindi massimo rispetto e massima così tolleranza nei confronti di chi ha il diritto di esporre le proprie opinioni. La società però deve fare la società e i tifosi devono fare i tifosi. Calciomercato estivo disastroso? Io non ritengo sia stato disastroso, però ritengo che la scelta di modificare, di cambiare il direttore sportivo sia una risposta, se vogliamo, indiretta a un giudizio che la stessa società ha dato su certe operazioni di mercato o sulla gestione di questo. E ne parlo con rispetto della persona perché vede nel calcio altre volte si tende a criticare la persona rispetto all'operato della persona. La persona di Morgan Santis è una persona degnissima, una bravissima persona. il suo operato non è stato ritenuto all'altezza delle aspettative del Palermo Calcio, ma sono due cose che non toccano minimamente la dignità, le capacità e l'impegno professionale che la persona ha profuso in questo.
E per quanto riguarda alcuni giudizi che vengono esposti sui 90 minuti in campo, beh, mi permetto di ricordare che i 90 minuti in campo sono spesso il frutto o dietro questi 90 minuti in campo che io li ritengo positivi perché vede, torniamo alla mia risposta precedente, bisogna vedere il bicchiere come lo vedi? Mezzo pieno o mezzo vuoto? Io ritengo che aver raggiunto due anni consecutivi play-off in un campionato molto complicato come la Serie B italiana sia tutt'altro che un risultato negativo. Io affronto questo play-off che arriva con grande positività. Vede, io sono diventato avvocato, non feci un ottimo scritto all'esame d'avvocato e per fatto di non aver fatto lo scritto migliore del mondo ho affrontato un orale con grande caparbietà, grande tenacità e ho fatto un orale clamoroso. A scuola la mia carriera scolastica è stata sempre fatta di questo. Avrei sempre potuto fare esponenzialmente, o idealmente meglio, ma poi alla fine ho dato tutto, mi sono impegnato per tutto e sono sempre riuscito a raggiungere i miei obiettivi.
Lei legge il Palermo Calcio in questo. C'è un mini campionato che comincia. Questo mini campionato è composto nello scenario migliore da cinque partite. In queste cinque partite l'ultima squadra che io personalmente vorrei incontrare se fossi nelle squadre avversarie è il Palermo, perché Palermo è capace di tutto. Palermo è una società forte, motivante, con dei giocatori bravi, con dei talenti individuali estremi, infiniti sotto certi aspetti, un gruppo di attaccanti molto importante e può fare gol in qualsiasi momento a chiunque. In un campionato del genere che è finito, ne comincia un altro. Beh, nel nuovo campionato io userei aggettivi diversi perché io sono forse convinto di essere contento e non credo di sbagliare perché la società è contenta aver raggiunto i play-off. Sono obiettivi che io non darei mai per scontato, mai. Non siamo quelli che spendiamo di più. Non abbiamo il primo monte ingaggi della Serie B, non abbiamo il secondo monte ingaggi della Serie B, non abbiamo nemmeno il terzo e il quarto monte ingaggi della Serie B. Noi affronteremo il con positività e fiducia, consapevoli della difficoltà e col massimo rispetto delle squadre che l'hanno conquistato, ma mi permetta di dire che questi 90 minuti che lei ha definito che alcuni hanno definito non altrettanto capaci nel campo di quanto siamo capaci fuori dal campo, la sintetizzo, secondo me è un è un giudizio sbagliato perché fuori dal campo siamo fuori serie e in campo siamo in linea con un campionato difficile dove mi creda non si può dare per scontato che solo perché siamo chi siamo abbiamo diritto acquisito ad arrivare a questo risultato".
GIOCARE A PALERMO E LA STAGIONE 24/25
"Eh, giocare a Palermo non è facile. A noi vengono offerti club di Serie A e di Serie B tutte le settimane. Sviluppare talenti a Palermo non è facile. Non è Cesena, non è Udine, non è Venezia, non è Empoli, eh, non è Sassuolo. Quindi Penso che la maglia abbia un peso, penso che lo stadio si possa avvertire in positivo o in negativo. Penso anche che la Serie B sia questa in due parole, cioè la Serie B è questa perdi veramente con chiunque, puoi vincere con chiunque. Non credo alla visione che lei ha descritto. Eh credo che sia molto più complesso di così. Credo che ci siano anche gli avversari che possono avere motivazioni particolari, trovarsi in un particolare stato di forma. Le neopromosse di solito hanno avvio importante la prima stagione che arrivano. Ma è un po' una visione semplicistica. Eh poi bisogna essere nello spogliatoio, bisogna essere in campo, bisogna vivere gli episodi e bisogna trattare un giudizio finale. Secondo me c'è una tendenza a semplificare questo campionato che questo campionato non è un po' sottovalutato nella sua difficoltà, non è il campionato francese di Serie A esponenzialmente più facile se la giocano in due e il campionato spagnolo di è molto più semplice se la giocano in 2 barra 3. Questo è un campionato un po' impestata quando una cosa è particolarmente difficile. È un campionato molto complesso, non c'è, secondo me, una reale comprensione di quanto possa essere difficile giocarsela con certi avversari che possono avere una predominanza fisica in certi momenti della stagione rispetto a un più o meno equilibrio tattico o tecnico. Ehm, non è stato neanche una stagione fortunata dal punto di vista degli episodi per il Palermo. Ci sono anni in cui tutto ti va dritto, anni in cui tutto ti va storto, anni in cui giochi la semifinale di Champions e stai vincendo e poi la perdi come il Barcellona perché succede un gol e un palo. Il calcio l'ha inventato il diavolo. Non mi ritrovo in questo giudizio, adesso sono molto sincero".
QUESTIONE STADIO
"Ho letto con piacere una dichiarazione del sindaco ieri sera che citava lo stadio. Son con una volontà di proseguire in questo percorso, è molto importante. Vede il Palermo ha investito moltissimo in infrastrutture. Noi abbiamo speso circa 20 milioni infrastrutture. Guardi Torretta, guardi gli investimenti che abbiamo fatto allo stadio. La volontà del Manchester City Football Group è quella di rimanere. E poi il tango si balla in due, però e quindi le ripeto, ho letto con grande piacere, con grande attenzione che c'è questa volontà. Ci piacerebbe ospitare EURO 2032 a Palermo. Lo stato delle cose lo seguono i professionisti, gli avvocati, so che stanno lavorando con l'amministrazione comunale. Io sono molto fiducioso. Sono molto fiducioso perché vedo una volontà, in questo caso una volontà politica di addivenire un risultato e mi aspetto sviluppi a breve. È chiaro che noi continuiamo a anticipare soldi, è chiaro che qui lei parla di calcinacci che si staccano, il tema è l'abitabilità, l'agibilità dello stadio o meno, quindi giocarci o non giocarci. Eh io sarà che sono un ottimista in natura. Sa cosa diceva Einstein? È meglio essere ottimisti e avere torto che pessimisti e avere ragione. Il risultato finale, lei mi dirà lo stesso, però l'atteggiamento nei confronti delle difficoltà delle cose. Io sono convinto che arriveremo a un buon accordo col Comune di Palermo perché l'amministrazione ha interesse che una società come il City rimanga. La città credo apprezzi quello che fa il City sul territorio. Facciamo anche tante opere di bene e ne vorremmo fare esponenzialmente molto di più perché stare vicini agli ultimi è un modo per essere primi e le posso dire mi faccia essere fiducioso".
VALUTAZIONI PER LA PROSSIMA STAGIONE
"A Manchester nell'headquarter del gruppo e a Palermo nella sede società non si decide in base al risultato sportivo di 1 2 3 4 5 partite. Sono pianificazioni pluriennali e le nostre persone non vengono messe in discussione, soprattutto se non hanno ruoli sportivi in campo, dalle prestazioni che possono avere della società. Noi stiamo vicini alle nostre persone, non le cambiamo sulla base di un risultato. Sono pianificazioni molto molto diverse. E i bilanci si fanno sempre alla fine. Io sono amministratore delegato una società. I miei azionisti hanno il diritto di fare bilancio su di me, fare scelte su di me in prima persona alla fine di ogni anno calendariale, quando i bilanci si approvano. A fine anno noi trarremo delle conclusioni, ma non sono conclusioni che potranno mai toccare le persone che hanno vertici apicali in questa società".
SOGNI DI SERIE A
"Qual era il nostro obiettivo? Raggiunto sì. No, qual era il nostro obiettivo raggiunto sennò ci giochiamo la Serie A, ce la giochiamo. Va bene, non va bene, lo vedremo. Io non posso essere negativo nei confronti di un partite di cinque partite che ci separano. Le ho detto prima, mi piacerebbe da morire farmi odiare dai miei dipendenti della Spezia. Io più così cosa devo dire? Più di espormi così. Mi vogliono bene, io li adoro, ma vorrei essere separato da un da una fede sportiva in due partite di andata e ritorno per la finale. È sogno probabilmente sì, ma è meglio sognare o rassegnarsi? Io sogno".
DECISIONI DA PRENDERE
"Noi siamo molto semplici, siamo un universo un universo organizzato. E c'è un consiglio amministrazione di gruppo. All'interno di questo gruppo ci sono vari club. All'interno dei vari club ci sono i consigli dell'amministrazione di questi club. Arriviamo a Palermo di cui io faccio parte Giovanni Gardini amministratore delegato. Abbiamo altri consiglieri d'amministrazione, abbiamo un presidente. E all'interno di questo club la direzione sportiva è quella che prende le decisioni sportive. Quindi oggi Carlo Osti, direttore sportivo del Palermo, decide chi è l'allenatore del Palermo, decide qual è la campagna acquisti del Palermo. Poi si deve raffrontare con l'scorsi amministrazione con amministratore del legato per Perché c'è un tema economico, le scelte vorremmo tutti avere l'album Panini delle figurine. Io vengo da Modena, si figuri. Anche a me piacerebbe avere l'album Panini delle figurine e verre schierata la rosa più vincente dell'universo. Bene, dobbiamo fare di conto. È una società che sta molto attenta ai conti, è una società che preferisce fare investimenti che spese folli, è una società che investe sul territorio perché vorrebbe rimanere su questo territorio. Però le scelte sono fatte a Palermo. Viene informato la direzione sportiva di gruppo con cui vengono condivise le scelte, ma non condivise chiedendo il permesso. Posso fare, non posso fare. Le decisioni sportive di Palermo sono prese da Carlo Osti a Palermo, condivise con l'amministratore delegato, col consiglio amministrazione per gli impatti economici e poi Manchester è una specie di coordinamento del tutto, ma vede così la chiariamo con un nome, con un cognome, abbiamo una fortuna enorme. Abbiamo un italiano che è di fatto lo Sporting director che coordina tutti i direttori sportivi che si chiama Riccardo Bigon, perché vede spiegare l'Italia, lei prima mi ha dato lo spunto per finire una cosa, la difficoltà di capire noi italiani, noi italiani siamo impossibili. Se lei va una mattina a prendere un bar, un caffè e porta uno straniero, lo straniero va via col mal di testa. Lo voglio lungo, macchiato, macchiato freddo, tazza grande, tazza piccola, effetto cappuccino, coppa di vetro. Cioè nell'ordinazione del caffè, lei trova che i tedeschi gli americani fanno il caffè. Noi abbiamo tutte le sfumature di cui io da italiano vado fierissimo. Immagini spiegare le sfumature del campionato italiano a chi ha la rigidità anglosassone. Abbiamo una grande fortuna, abbiamo un direttore sportivo italiano, abbiamo un presidente italiano, abbiamo un amministratore delegato italiano, abbiamo un consigliere di amministrazione italiano che anche nel consiglio d'amministrazione della capogruppo e abbiamo un una specie di coordinatore dei vari direttori sportivi che è Riccardo Bigon che è italiano. Siamo nello scenario migliore per rendere ancora più semplice una catena di comando semplicissima. Le decisioni di Palermo vengono prese a Palermo. Le decisioni sportive di Palermo vengono prese a Palermo dal direttore sportivo del Palermo. Io credo che più chiaro di così, con tutto il dovuto rispetto, forse non potevo essere. Poi vuole sapere la cosa più bella e siamo tutti tifosi del Palermo, per cui abbiamo questo fuoco sacro che ci fa fare quel mezzo miglio in più, quel sacrificio in più, ci permette di trovare quelle argomentazioni in più per portare la causa del Palermo sul tavolo delle grandi decisioni. La grande decisione che possiamo fare, contribuire noi a prendere è convincere il gruppo City dell'importanza strategica di Palermo. La grande decisione che io nel mio piccolo posso portare al tavolo è guardate che questo quest'anno cerchiamo di avere un budget un pochino più aggressivo perché avete visto qual è il Monte Salari della Serie B oggi. Monte Salari Serie B non ci vede primo, non ci vede secondo, non ci vede terzo."
TOLLERANZA DELLA TIFOSERIA
"Palermo è uguale. Palermo dovrebbe, secondo me, avere un minimo di più di tolleranza nei confronti di ragazzi di infinito, importante, potenziale talento, perché è troppo comodo avere 11 campioni di inserire un giovane e vedere che il giovane si integra perfettamente all'interno di 11 campioni. È molto difficile avere 5- se campioni e 5 o sei giovani che si integrano con loro. Questa piazza forse questo non te lo permette come dovrebbe permetterlo, perché è uno dei motivi per cui noi siamo a Palermo è sfruttare un settore giovanile, permettere a tutti i ragazzi della Sicilia di andare a giocare qui, non andare a giocare al nord. Per mettere al centro Sud Italia, dove pochissime squadre militano in Serie B e un giorno in Serie A, di mandare i propri talenti giovanili altro. C'è un potenziale enorme che dovremmo rendere possibile di sviluppare. Ecco, mi piacerebbe vedere questo perché i giovani hanno il diritto di sbagliare. Io di un'azienda più giovani che vecchi, io sono forse il più vecchio perché i giovani non solo sono il futuro, hanno coraggio, energia, hanno anche visioni diverse. Cerchiamo di permettere anche di fare uno sviluppo talenti a questa società perché andare in Serie A con i prestiti dei giocatori affermati non è un business model sostenibile. Bisogna fare un po' e un po'. Ci vogliono i grandi campioni, ci vogliono i campioni di esperienza, ma ci vuole anche la possibilità di sviluppare i giovani. Manchester è questo, eccezionale. Foden è un esempio, tantissimi altri ragazzi, Palmer è un altro esempio che oggi giocano ser abbiamo tanti. Ecco, permetteteci con un po' più di tolleranza verso i ragazzi di capire che magari lasciamo andare un giocatore che potrebbe avere per un futuro in casa nostra, semplicemente perché gli facciamo avvertire una pressione pesante derivante da una maglia, da una storia e dalle aspettative. Le aspettative richiedono anche un po' di pazienza e un po' di tempo. Ci vuole un po' di memoria".