Esonero De Zerbi: gogna mediatica o giustificata indignazione?

Esonero De Zerbi: gogna mediatica o giustificata indignazione?

Per una volta, il presidente Zamparini e gran parte della tifoseria si sono trovati d'accordo. Non accadeva da anni. 

Nascosto tra l'insofferenza ed il malessere di ogni tifoso palermitano, quasi impalpabile tra le pieghe del malcontento generale, c'è un piccolissimo punto in comune, condiviso con forza tanto dalla piazza quanto dal patron: De Zerbi è stato un errore ed andava sollevato dall'incarico. 

Ieri, l'ormai ex allenatore rosanero ha parlato di 'gioco al massacro' nei suoi riguardi e di 'responsabilità da condividere'. Insomma: 'la colpa non è soltanto mia'. Tutto vero, quasi lampante: non solo De Zerbi, ma anche la dirigenza e i giocatori hanno la responsabilità di questo momento.

 

Eppure, le prime basse prestazioni del Palermo 'rivoluzionario' promesso dal tecnico bresciano sono state perdonate. Qualche sintomo del fallimento c'era già, ma è stato presto offuscato dai primi risultati. Il pareggio a Pescara contro il Crotone (anche quello un segnale non proprio positivo) e l'illusoria vittoria a Bergamo hanno dato ossigeno al nuovo allenatore, alla primissima esperienza in Serie A, dopo appena due anni di gavetta in Lega Pro. Poi un solo pareggio, quando a Genova il 'possesso palla a terra' a tutti i costi alla fine è costato proprio i tre punti. E via con l'infinita serie di sconfitte, sette più una - quella contro lo Spezia persa ai rigori - alcune umilianti dal punto di vista tattico, come il 4-1 contro il Torino, altre meno scoraggianti, come lo 0-1 contro la Juve e l'1-2 contro il Milan.

 

Restano i numeri, però, e scavalcano le parole, sempre le stesse, quelle che De Zerbi ha usato per spiegare ogni sconfitta. E i numeri dicono che quello di De Zerbi è stato un Palermo che verrà dimenticato in fretta, o nel peggiore dei casi, non verrà dimenticato mai.