Campilongo a FP: «Zamparini ha fatto il suo tempo»

Il 23 ottobre 1994, Lecce e Palermo, rispettivamente ultima e penultima in classica si affrontano al "Via del Mare" per l'ottava giornata del campionato di Serie B. Il match finisce con un clamoroso 1-7 che resta nella storia di entrambe le squadre. Mattatore dell'incontro l'attaccante rosanero Salvatore Campilongo, autore di 5 gol e della performance migliore di un singolo giocatore in gara singola. In occasione del ritorno in calendario di Lecce-Palermo, abbiamo deciso di intervistarlo, a quasi 24 anni da quella storica partita.
In quella partita segnò in tutti i modi possibili, di destro, di sinistro, di testa, da fuori e dentro l'area. Che ricordo ha di quella partita che l'ha consegnata alla storia del Palermo ma anche della Serie B? C'è qualche aneddoto che può raccontare ai nostri lettori?
C: Dopo quella partita, si innescarono tante situazioni. Fui chiamato da radio, giornali, persino da New York. Il lunedì venne a Palermo Franco Ligas di Pressing, che fece delle interviste ai passanti prima di quella nostra, che avvenne il pomeriggio. Fu un evento particolare perché non capita tutti i giorni di fare 5 gol. Quel giorno ero in stato di grazia e Lecce-Palermo resta una gara unica nella storia.
Quel successo rappresentò in un qualche modo l'iscrizione al campionato da parte di un Palermo, protagonista di una stagione altalenante chiusa con una salvezza tranquilla. Ci racconta come fu quella stagione, l'unica in cui ha vestito il rosanero, e che cosa le ha lasciato Palermo come piazza?
C: Per le potenzialità della squadra fu un campionato deludente. In quel gruppo c'era gente come Petrachi, Mareggini, Iachini, Biffi, Taccola e tanti giocatori importanti: avevamo un bel potenziale ma non siamo riusciti ad esprimerlo facendo una stagione abbastanza anonima. Peccato. Io in città sono stato benissimo, sono rimasto legato all'ambiente, ho ancora molti amici lì. Io avevo ancora un altro anno di contratto ma poi decisi di andare nell'estate del 1995, quando stava nascendo il Palermo dei Picciotti, con cui mi allenai. Col senno del poi devo ammettere che sarei rimasto.
Passiamo alla stretta attualità e al campionato di Serie B, che quest'anno vede la partecipazione di 19 squadre. Lei che in Serie B ha giocato ed anche allenato in un passato neanche troppo remoto, come vede la stagione in corso e che cosa si aspetta per il proseguio della stessa?
C: Non è indubbiamente la Serie B di tempo fa: è un campionato che si è ridimensionato un po'. Palermo a parte, non vedo delle grandi corazzate ma tante squadre che possono giocarsi l'obiettivo, specie rispetto all'anno scorso che c'erano tante compagini forti. La B resta comunque un campionato tosto di difficilissima intepretazione dove le ultime partite fanno la differenza. Ci sono compagini come Spezia, Benevento e Pescara che possono fare bene, ma non vedo una squadra che può ammazzare il campionato.
Tornato in B dopo sei stagioni in terza serie il Lecce è partito molto bene, con 12 punti nelle prime sette gare ed una sola sconfitta. Qual è il suo parere sul sodalizio salentino? Può essere un outsider per la promozione?
C:Il Lecce negli ultimi anni ha costruito squadre importanti per salire, riuscendoci l'anno scorso anche per demeriti del Catania. I giallorossi sono un gruppo frizzante e collaudato, che gioca con il 4-3-1-2, in cui Marco Mancosu, giocatore che ho allenato più volte in carriera, che sulla trequarti garantisce grande qualità. Il gruppo di Liverani può dire la sua anche se è difficile che vada oltre un certo limite.
Il Palermo, che rispetto al Lecce ha una partita in meno, è fresco di cambio allenatore e si ritrova comunque a ridosso dell'alta classifica con l'obiettivo di centrare la promozione fallita l'anno scorso. Le vogliamo chiedere cosa si aspetta dai rosanero e come giudica la scelta di richiamare Stellone al posto di Tedino.
C: Io penso che Stellone meritasse la riconferma e che si sarebbe dovuti ripartire da lui, specie considerando che Tedino, allenatore bravissimo per carità di Dio, era stato esonerato e certamente per qualche ragione. Ripartire da Tedino ha creato un po' di confusione: mi auguro vivamente che il presidente lasci lavorare il mister, che è stato mio giocatore ai tempi di Frosinone, anche perché cambiare di continuo destabilizza la squadra e non giova a nessuno. In quanto al Palermo siamo di fronte ad una squadra che può fare veramente bene, probabilmente la più forte del campionato.
Aldilà delle vicende di campo il Palermo vive un momento abbastanza tribolato sotto il profilo societario, con rumors, conferme e smentite su nuovi proprietari che si rincorrono senza soluzione di continuità. Che idea si è fatto in merito alla situazione societaria del Palermo? Pensa che alla fine Zamparini lascerà la guida della società di Viale del Fante?
C: Io sono stato un giocatore di Zamparini, lui è da sempre un vulcanico ma negli ultimi anni è stato particolarmente impetuoso. Bisogna partire dal presupposto che Zamparini ha fatto grandissime cose al Palermo, portando tantissimi giocatori, Dybala, Vazquez e Cavani per citare i più forti, che se fossero rimasti avrebbero contribuito a fare del Palermo una grande squadra. Onestamente credo che lui abbia fatto il suo tempo a Palermo, ma non per disistima nei suoi confronti: semplicemente si è esaurito un ciclo anche virtuoso. Dopo tanti anni per il bene del Palermo l'unica cosa è voltare pagina.