Calzone: «Fossi nei tifosi del Palermo sarei molto arrabbiato»

Calzone: «Fossi nei tifosi del Palermo sarei molto arrabbiato»

 

La sentenza di secondo grado della Corte d'Appello Federale ha ridimensionato la pena inflitta al Palermo che resta così in Serie B.

Del verdetto di mercoledì e dei possibili scenari che potrebbero aprirsi abbiamo parlato in questa intervista con Tullio Calzone, giornalista del Corriere dello Sport e gran conoscitore delle dinamiche legate alla cadetteria.

 

La Corte d'Appello Federale ha parzialmente ribaltato il giudizio in primo grado, portando la penalizzazione del Palermo a 20 punti con conseguente mantenimento della Serie B. Qual è la sua idea in merito alla sentenza? Si aspettava un verdetto del genere?

 

«Intanto, il ribaltamento non è parziale ma totale: una penalizzazione forte con ammenda è diversa da una retrocessione. Io me lo aspettavo perché la situazione che s’era creata era anomala, se non addirittura offensiva nei confronti, non tanto della società, quanto della piazza: non si può far andare 30mila persone allo stadio con l'idea che la Serie A sia possibile e poi negare questa possibilità in tribunale. Comunque ho sempre creduto che ci sarebbe stata un'afflittività diversa, visto che al Palermo era stata tolta un’opportunità enorme».

 

Un altro degli effetti della sentenza consiste nella retrocessione del Foggia e nella determinazione del playout, ripristinato dal CONI, tra Salernitana e Venezia. Sicuramente le suddette compagini non resteranno in tal senso passive. Cosa bisogna aspettarsi adesso?

 

«La Federcalcio è stata perentoria: ha intimato di fare i playout che si faranno secondo me. Salernitana e Venezia dovranno scendere in campo. Ma si stanno muovendo i calciatori che ritengono che ci sia stata una violazione dei loro diritti non rispettando il contratto collettivo.

È prevalso il criterio dello scorrimento della classifica e non quello della cristallizzazione già prima del secondo grado di giudizio del Palermo, dunque, due società avrebbero dovuto comunque fare i play-out. E non potranno fare altrimenti ora campani e veneti che scendere in campo. L’alternativa sarebbe una squalifica per entrambe. Il fatto che si debba giocare a un mese di distanza dalla fine della stagione regolare è un altro effetto del tardivo processo al Palermo».

 

La sensazione più forte che emerge dopo giorni infuocati a cui potrebbero seguirne altri è che tutto questo si sarebbe potuto evitare se solamente la Lega B avesse preso delle decisioni meno affrettate. Come giudica il modo di gestire la situazione da parte del presidente Balata? Secondo lei ci sono i presupposti per un cambio di governance?

 

«Allora, premettiamo una cosa: in Italia le sentenze sono immediatamente esecutive. Il direttivo della Lega ha fatto una scelta discutibile, lo stesso presidente Gravina ha detto che sarebbe stato meglio attendere il secondo grado. Ma con delle ragioni consistenti legate agli interessi generali del campionato. Il problema non è tanto se la Lega B ha fatto bene o male: era costretta a fare una scelta che avrebbe comunque leso inevitabilmente qualcuno. Il problema sta nella tempistica del deferimento e del processo al Palermo, giunto a ridosso della fine del campionato. Se la posizione del Palermo era così grave a livello sportivo e ordinario, come mai si è arrivati ad un procedimento solamente a maggio? Dalle carte risulta che la Procura Federale avrebbe potuto deferire il club e Zamparini molto prima rispetto a quanto avvenuto. È vero che si tratta di un organo che dispone di pochi mezzi e risorse limitate, ma poteva esserci una tempistica diversa. È questo che non ha funzionato. Più di un mese fa avevo intitolato un mio editoriale sul Corriere dello Sport-Stadio “L’inizio alla fine, il veleno sulla coda”, è sul sito, andatelo a rileggere. È successo esattamente quanto avevo denunciato».

 

La società e l'ambiente rosanero tirano dunque un bel sospiro di sollievo ma perde la possibilità di giocarsi l'approdo in Serie A. Se fosse un tifoso, alla luce di tutta la situazione, sarebbe più felice per aver evitato la C o deluso per non aver disputato i play-off?

 

«Io sarei molto arrabbiato. In primis è certo che il Palermo resterà in Serie B ma s’era guadagnato la possibilità di giocarsi la promozione diretta e poi il play-off e gli è stata negata. Purtroppo i problemi del Palermo affondano le radici nel passato: c'è bisogno di un progetto serio. Adesso ci sono degli step fondamentali, uno su tutti il ripianamento del debito e il nodo-Alyssa. Vedremo se i nuovi proprietari terranno fede alle promesse fatte. Ad ogni modo la presenza di Albanese, uomo di garanzia della società palermitana e voce autorevole della città, come presidente sarà un garante del nuovo progetto rispetto a una straordinaria città e della sua gente».

 

In chiusura le poniamo una domanda su Arkus Network che in conferenza stampa ha illustrato il suo piano d'azione per la società rosanero. Che idea si è fatto in merito alla nuova proprietà del Palermo?

 

«Le sensazioni personali nel calcio come nella vita contano poco. Bisogna valutare la nuova proprietà sui fatti e non nei profili personali o nelle dichiarazioni. In passato, nelle crisi delle grandi societarie abbiamo visto personaggi borderline poi evaporati. Questo gruppo sostiene di avere le carte in regola per poter gestire una situazione resa critica dai problemi emersi dalla gestione di Zamparini. Palermo è una grande piazza che merita tanto: noi come Corriere dello Sport-Stadio abbiamo sostenuto l'ambiente rosanero portando l'attenzione sulla situazione complicata vissuta dalla società, prendendola a cuore e facendo il nostro lavoro con buon senso senza risparmiare mai critiche. Zamparini per Palermo ha fatto tanto ma nel momento in cui non puoi fare più calcio è giusto che ci si faccia da parte.

La sensazione che diventa certezza è che il tramonto del patron friulano sia stato lungo e travagliato. Eppure c’è stato chi ha iscritto il suo Palermo per un campionato in Serie A e per due in Serie B. Come mai gli organismi di controllo preposti in Figc non hanno contestato nulla? Ci sono molte cose da chiarire in questa vicenda come ha dichiarato la moglie dell’ex presidente in una lettera aperta al direttore Cucci e pubblicata dal mio giornale. Noi ci auguriamo che la quinta città d'Italia venga trattata con il rispetto che merita. La situazione non è semplice, la società ha bisogno di un piano di ristrutturazione: i debiti vanno ripianati e gli impegni onorati. Ma la squadra ha comunque delle risorse tecniche importanti e un parco giocatori considerevole. Incrociando le dita, il Palermo non ripartirà da zero. Speriamo basti per tornare subito in A».