Palermo contesta il Palermo: servirà a qualcosa?
La manifestazione contro Zamparini rinviata a venerdì. Clima rovente ancor prima di cominciare.

Città tappezzata di striscioni per comunicare il rinvio della protesta. In viale Regione Siciliana, allo stadio, persino sul litorale di Mondello. Nell’era dei social (dove comunque è giunta la notizia), una scelta decisamente controcorrente. Motivi di ordine pubblico hanno indotto la Questura di Palermo a non autorizzare la manifestazione contro Zamparini, inizialmente in programma per questo pomeriggio alle 18.30 in piazza De Gasperi. Un provvedimento dettato dalla prudenza che, paradossalmente, potrebbe aver garantito ulteriore eco a un evento atteso da alcuni e non condiviso da altri.
Non ci sarebbero stati i tempi tecnici per organizzare il servizio d’ordine, nonostante qualche giorno fa gli ideatori dell’iniziativa avessero ricevuto un assenso per potere sfogare civilmente il proprio dissenso contro il patron. Questione di poco: tutto rinviato a venerdì 5, alla stessa ora. Palermo si appresta a protestare mentre il Palermo si allena e prova a rafforzarsi, seppur con pedine che ben poco convincono i tifosi. Ne risente la campagna abbonamenti (sin qui tremila le tessere sottoscritte dal popolo rosanero, a 15 giorni dal termine ultimo fissato per il giovedì antecedente alla gara interna col Sassuolo), ma non solo.
A pagarne le conseguenze, infatti, è anche (e soprattutto) il clima intorno alla squadra, rovente ancor prima dell’inizio ufficiale della stagione. In tal senso, il vernissage di sabato col Marsiglia rappresenta un’incognita. Un rapporto, quello tra tifoseria e club, che rischia di essere logorante, con le quotazioni di disaffezione e tensione in continuo rialzo. Se l’entusiasmo persistente sino alla finale di Coppa Italia oramai appartiene alla preistoria, persino la festa salvezza dopo il successo col Verona sembra lontana. Eppure, sono trascorsi appena 80 giorni. Adesso spazio alla protesta: servirà a qualcosa?